Torna ad infiammarsi il caso di Tiziana Cantone, ragazza suicida simbolo della lotta al revenge porn. Ieri mattina, 13 luglio, la mamma ha presentato un esposto in Procura, sulla scorta di un’inchiesta difensiva interamente fondata sull’analisi del cellulare e del computer della ragazza. In sintesi, si chiede chiarezza su presunte lacune nella gestione dell’iphone e dell’ipad di Tiziana, strumenti decisivi nell’ultima, disperata, fase della sua esistanza.
Tiziana Cantone, indagine da rifare
Come dimenticare il suicidio di Tiziana Cantone avvenuto nel settembre del 2016: la ragazza si impiccò con un foulard stanca della gogna social. Aveva provato a cambiare amicizie, a cambiare casa, a cambiare città, ma era sempre inseguita da filmati destinati ad una ristretta cerchia di fruitori. Filmati hot che invece entrarono prepotentemente in rete. Qualcuno li diffuse, rendendoli pubblici. Oggi, c’è un nuovo esposto firmato dall’avvocato Salvatore Pettirossi, che assiste Maria Teresa Giglio, madre di Tiziana, con cui si chiede di verificare la trasparenza della gestione di cellulare e computer di Tiziana.
La denuncia
«Tali dispositivi elettronici vennero sequestrati la sera della tragica dipartita di mia figlia e sono stati oggetto di una procedura di estrapolazione del loro contenuto da parte di esperti informatici che ne avrebbero dovuto salvaguardare l’integrità».
«L’Ipad è risultato resettato e, quindi, cancellata e definitivamente persa ogni attività svolta da Tiziana Cantone su quel dispositivo». Sempre secondo la denuncia, anche tutta la messaggistica via whatsapp risulta mancante. E non è tutto. Sempre secondo l’esposto, lo stesso Ipad, una volta resettato, è stato manipolato, con l’inserimento manuale di alcune fotografie ricopiate nella cartella immagini.