Per Teresa Giglio, madre di Tiziana Cantone, la 31enne trovata morta il 13 settembre del 2016, nella casa di famiglia a Mugnano, non fu suicidio. La donna ha chiesto l’autopsia sul corpo della figlia morta impiccata. All’epoca dei fatti, l’esame autoptico non fu effettuato: è per questo motivo che la madre chiede conferme sulla vicenda che ha scosso l’intera comunità e non solo.
Per la madre di Tiziana Cantone non si trattò di suicidio: chiesta l’autopsia
“Spero che ciò che non è stato fatto prima, a livello di indagini venga fatto adesso” commenta la madre della 31enne”. Il fascicolo aperto per istigazione al suicidio nel 2016, infatti, venne archiviato. Sotto la lente la pashmina di seta con cui Tiziana si sarebbe tolta la vita impiccandosi. Quella pashmina, per i consulenti di parte, non sarebbe stata in grado di produrre una forte stretta, compatibile con il solco di 2,5 centimetri trovato sul collo di Tiziana.
Telefono e tablet? Per la madre furono manipolati
Oltre alle indagini medico legali, Giglio ha chiesto anche ulteriori accertamenti sui cellulari e pc utilizzati da Tiziana, sequestrati dai carabinieri per gli accertamenti. I dati, secondo la madre sono stati manipolati.
I consulenti di parte civile, infatti, suppongono che sia avvenuta addirittura la cancellazione definitiva di memoria e l’inserimento successivo di alcune fotografie.