Blitz all’alba di oggi, mercoledì 30 ottobre, a Torre Annunziata: i carabinieri hanno arrestato cinque affiliati del clan Gionta che avrebbero imposto il pizzo ad una squadra di calcio della città, il Savoia. Chiedevano circa tremila euro per consentire al club di continuare le proprie attività sportive.
Pizzo alla squadra di calcio a Torre Annunziata: arrestati cinque affiliati del clan Gionta
Cinque affiliati al clan Gionta sono stati arrestati con l’accusa di estorsione e usura aggravate dal metodo mafioso. Gli arresti, eseguiti dai carabinieri sotto la direzione della Direzione Distrettuale Antimafia (DDA) di Napoli, hanno smascherato un sistema di intimidazione con cui gli indagati imponevano il pagamento di somme di denaro a una squadra di calcio locale e a un imprenditore del settore ittico.
Dalle indagini è emerso che il gruppo aveva richiesto alla dirigenza della squadra di calcio un “pizzo” di circa tremila euro per consentire al club di continuare le proprie attività sportive. Oltre a ciò, gli arrestati sono accusati di aver praticato usura nei confronti di un imprenditore ittico, il quale, dopo aver ottenuto un prestito, sarebbe stato pesantemente minacciato per restituire il denaro, con interessi imposti a condizioni usurarie. Questi reati sarebbero stati commessi con l’intento di rafforzare il controllo del clan Gionta sul territorio di Torre Annunziata.
I nomi
Ecco i nomi degli odierni indagati:
- Felice Savino,
- Ciro Scognamiglio,
- Salvatore Ferraro,
- Filomena Bove
- Giuseppe Ferraro.
A Savino e Scognamiglio è stato contestato il concorso in estorsione aggravata e continuata ai danni del Savoia Calcio. Gli altri tre indagati sono accusati di usura aggravata e continuata, con un caso risalente a luglio 2021, che coinvolgeva anche le province di Venezia e Rovigo.
Le estorsioni
L’indagine ha svelato un episodio di estorsione che ha coinvolto i dirigenti del Savoia Calcio e membri del clan Gionta. Nell’agosto 2022, Felice Savino, alias “Peracotta”, noto esponente del clan e allora agli arresti domiciliari, ha incontrato il direttore sportivo del club a casa sua, suggerendo il suo peso criminale e offrendo “protezione” per qualsiasi necessità. Durante l’incontro, svoltosi sul lastrico solare della casa, era presente anche Ciro Scognamiglio, altro affiliato del clan, che ha rafforzato il messaggio intimidatorio
A seguito delle pressioni, il dirigente si è dimesso irrevocabilmente nell’ottobre 2022. Successivamente, il principe Emanuele Filiberto di Savoia è subentrato alla nuova presidenza che non ha però alcun coinvolgimento con la vicenda.
In particolare, la vittima, un imprenditore ittico in difficoltà economica, avrebbe subito una pressione insostenibile. Su un prestito di poco superiore ai 20.000 euro, si è visto costretto a restituire quasi 45.000 euro, di cui 24.000 euro solo di interessi, con un tasso usuraio del 162%. Il mancato pagamento comportava minacce severe.