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Traffico di droga tra Napoli e Salerno: 51 misure cautelari, coinvolto anche un sacerdote

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I carabinieri

Un’operazione condotta dai Carabinieri del Gruppo di Torre Annunziata, sotto il coordinamento della Procura oplontina, ha portato all’emissione di 51 misure cautelari nei confronti di altrettanti indagati coinvolti in un vasto traffico di droga tra Napoli e la provincia di Salerno. Il provvedimento, firmato dal gip Luisa Crasta, prevede 15 arresti in carcere, 17 ai domiciliari e 19 obblighi di firma.

L’indagine ha documentato centinaia di episodi di spaccio e portato alla luce dettagli sconcertanti, come una donna ripresa mentre cedeva droga a un cliente con il nipotino in braccio. Tra i coinvolti spicca anche il nome del tiktoker Antonio Gemignani, noto come Papusciello, spesso ospite in televisione, che avrebbe svolto il ruolo di intermediario tra acquirenti e fornitori di cocaina.

Coinvolto anche un sacerdote, indagato per aver falsificato registri parrocchiali per consentire a un pusher di risultare impegnato in attività di volontariato mentre, in realtà, si trovava in vacanza come riportato dall’edizione odierna del quotidiano Il Mattino.

Maxi operazione anti-droga tra Napoli e Salerno: i dettagli

Il traffico di droga era gestito da un gruppo con base a Torre Annunziata, che riforniva almeno 15 piazze di spaccio, tra cui Angri, Agropoli, Capaccio Paestum, Battipaglia, Scafati, Eboli e Salerno. Le indagini hanno documentato decine di viaggi di corrieri e sequestrato oltre 500mila euro in contanti, a dimostrazione della portata economica dell’attività illecita, stimata in circa 8 milioni di euro.

Due dei principali fornitori della rete, Nino Gemignani e Giuseppe Panariello, avrebbero consegnato ingenti quantità di cocaina a Battipaglia, dove i referenti erano Marco Di Nicola e Alessandro Romano, mentre ad Agropoli il punto di riferimento era Antonio Abate. Tra Eboli e Capaccio Paestum emerge il ruolo di Vincenzo Merola, mentre per San Marzano sul Sarno il destinatario delle forniture risultava Rosario Prisco, finito in carcere.

La droga arrivava principalmente da Napoli e Roma, trasportata da corrieri che utilizzavano auto modificate con vani segreti per occultare gli stupefacenti.

Le indagini e gli arresti

Le attività investigative, condotte con intercettazioni telefoniche e ambientali, hanno permesso di ricostruire l’intera rete e sequestrare complessivamente 19 chilogrammi di cocaina. Gli spacciatori si avvalevano di abitazioni di incensurati e anziani come basi per nascondere la droga, mentre alcuni sfruttavano la presenza di neonati per eludere i controlli.

Nel corso delle operazioni sono stati effettuati 7 arresti in flagranza di reato e sequestrate armi detenute illegalmente. Gli inquirenti hanno accertato che la criminalità organizzata operava con metodi sofisticati, garantendo rifornimenti costanti alle piazze di spaccio della Campania.

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