Svolta nelle indagini sulla tragedia consumatasi a Cardito che vede vittima il piccolo Giuseppe, massacrato di botte dal compagno della madre. Dopo l’arresto di Valentina Casa, complice nell’omicidio del figlio, ecco che arriva il silenzio delle maestre che sapevano dei maltrattamenti e non hanno fatto nulla.
Bambini maltrattati: il silenzio delle maestre
I bambini coinvolti nella tragedia di Cardito, frequentavano l’istituto comprensivo «Quasimodo», più plessi tra le elementari e medie, che ospitano più di mille alunni. Le indagini, condotte dagli agenti del commissariato di Afragola, hanno evidenziato due aspetti importanti.
Il primo è che già da novembre le maestre di Noemi, in seconda elementare e quelle di Giuseppe, in prima, che arrivavano a scuola con evidenti segni di percosse, in uno stato pietoso, con i capelli sporchi e gli abiti che puzzavano di naftalina, sapevano che a ridurli in quello stato era il patrigno.
In effetti, lo avevano segnalato al dirigente scolastico, la professoressa Rosa Esca. Però, di fronte a due bambini così maltrattati nel fisico e nell’animo, la scuola, intesa come rete di protezione e soprattutto di prevenzione, si sarebbe dovuta battere e segnalare il caso sia ai servizi sociali, sia a polizia e carabinieri questa situazione di pericolo.
Le maestre, invece, avvertirono il dirigente scolastico. La risposta della preside, secondo quanto dichiarato dalle insegnanti nel corso di un interrogatorio reso in commissariato, fu «Non dite nulla, il fatto è grave». Ieri mattina la preside Esca è stata laconica. «Non posso parlare. C’è un’inchiesta in corso. Posso solo dire che sto affrontando il periodo più brutto e delicato della mia vita e della mia attività professionale. Posso solo dirvi, senza smentita, che lavoro quotidianamente per il bene dei miei mille e cento alunni».