Tra presunte bugie e tempistiche lente e farraginose, si arricchisce di un nuovo capitolo la storia dei tre napoletani scomparsi in Messico. I familiari delle persone disperse dallo scorso gennaio, infatti, si trovano ora a dover fare i conti con un contatto difficile da stabilire con le istituzioni e le autorità competenti.
Le novità sulla storia dei tre napoletani scomparsi in Messico
Non trovano pace i familiari Antonio Russo, Raffaele Russo e Vincenzo Cimmino, i tre napoletani scomparsi in Messico lo scorso 30 gennaio. Un gruppo di parenti, accompagnati dall’avvocato Luigi Ferrandino, si sono recati stamane alla Farnesina, intenzionati a sensibilizzare e spronare chi di dovere ad agire in merito alla questione.
L’incontro con Stefano Rovagnan, capo segreteria del sottosegretario agli esteri, non ha però consentito loro di raggiungere gli obiettivi prefissati, scatenando di contro rabbia e delusione per le rassicurazioni che in passato erano giunte loro dalle istituzioni.
Le parole dei familiari dei tre napoletani scomparsi in Messico
“Ci dispiace che il sindaco ci abbia mentito. Non ha mai richiesto udienza al ministro degli esteri per discutere del nostro caso. Vogliamo chiedergli spiegazioni. Non riusciamo ancora a capacitarci del fatto che il sindaco abbia agito in questo modo: adesso – spiegano i familiari – bisognerà capire perché sia avvenuta una cosa del genere”.
L’unico risultato ottenuto, al momento, è stato un nuovo appuntamento al termine delle festività natalizie.
Si tratta solo dell’ennesimo capitolo di una storia di sofferenza che pare proprio non voler trovare un suo lieto fine.