SORRENTO. La penisola sorrentina diventa oggetto di studio, modello di ospitalità mediterranea e ponte culturale tra Italia e Stati Uniti.
Un week end intenso a New York, quello appena concluso, dedicati ad una delle località più note e gettonate del Bel Paese, quelli promossi dall’Ilica, l’Italian Language Inter-Cultural Alliance, in collaborazione con il John D. Calandra Italian American Institute, il Queens College della Cuny – City University of New York, e la Noiaw – National Organization of Italian American Women.
Un convegno dal titolo “Ospitalità mediterranea dalla Magna Grecia al 21mo secolo”, tenutosi presso la John Jay School of Criminal Justice, ha aperto il programma dell’evento, con la partecipazione di Mario Gargiulo, assessore agli Eventi del Comune di Sorrento, in rappresentanza dell’amministrazione guidata dal sindaco Giuseppe Cuomo, del giornalista e scrittore Pino Aprile, di Donna Chirico, preside della Scuola delle Arti e delle Scienze del York College della Cuny, di Anthony Julian Tamburri, preside del Queens College della Cuny e di Giampiero Barbuto, direttore della Relazioni Internazionali dell’Università della Calabria. A moderare l’incontro, il fondatore dell’Ilica, Vincenzo Marra, che ha posto l’accento sulla capacità di Sorrento di “attrarre enormi flussi turistici, ammaliare i visitatori e di rappresentare un vero proprio mito in tutto il mondo”.
“Per il secondo anno consecutivo la Città di Sorrento è ospite a New York su invito della Fondazione Ilica, dell’Istituto Calandra, della Cuny e della Noiaw – ha esordito Mario Gargiulo – Un evento resto possibile attraverso l’organizzazione di Mvula Sungani, direttore artistico di Sorrento Incontra. La nostra eccellenza si articola su diverse componenti: dal confort e dalla qualità delle strutture ricettive, di ristorazione, bar e balneazione, alla cortesia e alla competenza degli operatori. L’accoglienza è per noi un modo di essere, nella cultura e nelle tradizioni, nella quotidianità delle nostre attività produttive. Perché è questo lo spirito del sistema Sorrento: una grande famiglia sempre pronta ad ospitare, a confrontarsi, a promuovere lo scambio. Ed è per questo che, oggi, rinnoviamo l’invito per un confronto sulla possibilità di scambi, nel segno della cultura, tra New York e il distretto turistico della penisola sorrentina. Incentivando l’incoming di newyorkesi, in particolare di origine italiana, verso Sorrento, ma anche nelle vicine Pompei ed Ercolano, isola di Capri e costa d’Amalfi, e per stringere collaborazioni per rendere operativo il ponte tra i due mondi”.
“Molti si sono stupiti che nel Sud dell’Italia ci sia una cittadina di poco più di 16mila abitanti che accoglie 3 milioni di turisti l’anno – ha sottolineato Pino Aprile – In realtà tutto questo deriva da millenni di attitudine all’accoglienza, essendo il Mediterraneo un mare dove si sono sovrapposte tante civiltà. Chiunque venga a Sorrento, ha quindi la sensazione di tornare a casa. Gli antropologi spiegano che il viaggio dell’homo sapiens verso la civiltà cominciò quando, per la prima volta, un esemplare della nostra specie ne ospitò un altro. Da allora, l’ospitalità è stata ritenuta sacra in molte culture, specie mediterranee. Il tema diviene prorompente oggi, in un mondo globalizzato, in cui tutti possono andare ovunque”.
“Sorrento Incontra, che dà il nome al contenitore di eventi e manifestazioni promosse dal Comune di Sorrento, dalla Fondazione Sorrento e dalla Federalberghi, interpreta bene questa caratteristica del territorio sorrentino: incontrare cultura, arte, musica, danza, letteratura – ha spiegato il direttore artistico del festival, Mvula Sungani – Il progetto prevede spettacoli, concerti, proiezioni di film, lezioni, stages, workshop, incontri e momenti di approfondimento che andranno a stabilirsi permanentemente sul territorio per diventare nel tempo un laboratorio permanente ed un centro di produzione delle arti e dell’audiovisivo capace di essere per Sorrento un volano promozionale di respiro internazionale. L’idea è quella di creare un salotto in cui gli artisti incontrano la città e si raccontano”.
Momento centrale dell’evento, al termine della cena a base di prodotti tipici campani, lo spettacolo della compagnia di danza Mvula Sungani Physical Dance, tenutosi presso il Queens Museum.
Davanti ad un parterre di oltre trecento persone, è stato presentato il progetto “Passione 3.0”. A danzare sulle note di celebri canzoni napoletane, l’etoile Emanuela Bianchini, applauditissima nella sua performance, sul palco con il partner Damiano Grifoni e le soliste Giulia Francescotti, Giorgia Balestrieri e Sofia Mancinanti. Una standing ovation che ha fatto da cornice al momento della premiazione del celebre regista e coreografo italo africano quale “Man of the Year 2017”, il riconoscimento tributato da Ilica, ed anticipata da un video omaggio alla Città di New York, prodotto e realizzato dallo stesso Sungani, accolto con emozione e partecipazione da tutti gli intervenuti. Grande interesse ha destato anche l’iniziativa “Physical Dance Fine Art”: immagini che diventano opere d’arte, fissate su lastre di acciaio con una particolare tecnica di riproduzione, grazie alla quale Sungani e il coautore Alessandro Risuleo hanno ricevuto l’invito a presentarle alla Casa Bianca.
Tra gli ospiti della serata, Claudia Tenney, membro del Congresso degli Stati Uniti, Annavaleria Guazzieri, del Consolato italiano a New York, i vertici della polizia e dei vigili del fuoco della Città di New York, Edward Jackson dell’Hunter College ed un gruppo di imprenditori e professionisti italiani: Francesco Albertelli, Francesco Di Romano, Andy Lee, Roberta Magrini, Lorenzo Paganelli, Stefano Pizzolato, Sandro Rosiglioni e Michele Siracusano. Nel corso della due giorni è stato inoltre sottoscritto un protocollo per l’istituzione di Ilica Italia, che sarà guidata da Stefano Maria Zappalà.