Cronaca Napoli, Napoli

Avvistamenti ufo a Napoli: non si tratta di plasmoidi

ufo-napoli-plasmoidi
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Si infittisce il “caso” degli ufo in provincia di Napoli. In merito alle notizie circolate sul web, su istanza di una persona che definisce plasmoidi gli ufo che sono stati segnalati a più riprese nei pressi del Vesuvio, si comunica quanto segue.
L’uomo in questione, che vive al nord Italia, quindi a notevolissima distanza dal Vesuvio e che non conosce la zona interessata, non possiede, ovviamente, tutti i dati degli avvistamenti indagati dal C.UFO.M., per cui meraviglia, in modo preoccupante, la superficialità e la completa improvvisazione, con cui qualifica come plasmoidi dei veri e propri fenomeni ufologici.

Ufo a Napoli, il caso del Vesuvio

In proposito, nasce spontanea una domanda: come si fa a definire plasmoide, visto che il tizio in questione, parla come un esperto in vulcani, ma, che al C.UFO.M. non risulta lo sia, un oggetto, come quello di Somma Vesuviana, filmato, il 16 luglio 2021, quasi allo zenit, dove ha stazionato per decine di minuti, a un migliaio di metri di quota ed a qualche chilometro di distanza dal Vesuvio?

Insomma, se arrivasse materiale eruttivo a quella distanza, ma che non è certamente un plasmoide, si dovrebbero evacuare tutte le zone limitrofe e anche oltre. Leggiamo da Wikipedia: “Il Vesuvio è un vulcano situato in Italia, in posizione dominante rispetto al golfo di Napoli. È uno dei due vulcani…quiescente non eruttando da 77 anni…”.

Quindi, il Vesuvio, non emette affatto plasmoidi, come non li emette nessun vulcano. Eccola definizione di plasmoide: “Un plasmoide è una struttura coerente di plasma e campi magnetici. I plasmoidi sono stati proposti per spiegare i fenomeni naturali come il fulmine a sfera, le bolle magnetiche nella magnetosfera e gli oggetti in code cometari, nel vento solare, nell’atmosfera solare e nel foglio di corrente elioferico…” (fonte:https://educalingo.com/).

Il Gran Cono del Vesuvio

Quindi non si capisce cosa c’entrino i plasmoidi con i vulcani. Attualmente, sul Gran Cono del Vesuvio, sono presenti piccole fumarole, che testimoniano la sua condizione di “riposo attivo”, di quiescenza. Un geologo del C.UFO.M., ascoltando questa assurda notizia, ha pensato che fosse uno scherzo ed ha testualmente affermato che, quella dei plasmoidi, è un’ipotesi completamente fuori dal mondo e la questione non ha senso di esistere.

Noi del C.UFO.M., ci siamo preoccupati di smentire subito le illazioni sui plasmoidi, fornendo la relazione tecnica di un nostro geologo, che di seguito si riporta: “Dal 1944 ovvero l’anno dell’ultima attività, il vesuvio è costantemente monitorato da sensoristica all’avanguardia, monitorato 24 ore su 24. attualmente l’attività di geomonitoraggio è composta da una serie di strumenti come una fitta rete di sismografi, tiltometri, GPS, telecamere termometriche nonchè viene costantemente monitorato sul piano di emissioni di gas tramite analisi geochimiche. Secondo quanto riportato sul bollettino ufficiale dell’Osservatorio Vesuviano e dunque dall’Istituto di Geofisica e Vulcanologia lo stato di allerta del Vulcano è verde ossia: lo stato di sismicità rimane entro valori normali, le analisi tiltometriche non evidenziano particolari deformazioni riconducibili ad attività in atto, le evidenze termometriche non evidenziano particolari attività e le analisi geochimiche rientrano in valori normali. Da ciò si evince che il Vesuvio non presenta particolari attività. Inoltre, in merito alla questione plasmoidi, seppur fisicamente possibili, da come si osserva dai bollettini ufficiali, è improponibile per quanto riguarda il coinvolgimento del Vesuvio. Alcuni fatti di cronaca storica riportano la presenza di alcuni fenomeni riconducibili, forse impropriamente, ai plasmoidi, che sono improponibili per gli avvistamenti del C.UFO.M. Di fatto, pur ammettendo la presenza di queste fenomenologie (che comunque restano un campo avanzato della fisica, in cui non possiamo e non dobbiamo esprimere opinioni affrettate), necessitano di particolari intensità e, da come si osserva dai bollettini ufficiali, come detto, si ribadisce che la questione plasmoidi è improponibile per quanto riguarda il coinvolgimento del Vesuvio”.

Anche per l’avvistamento dell’ufo triangolare che da Cesa (Caserta), transitò nei pressi del Vesuvio, per arrivare a Nocera Inferiore il 4 ottobre 2021, riesce arduo classificarlo come un qualcosa emesso dal Vesuvio, che arriva a Cesa e poi torna a Nocera Superiore. Insomma, anche ammesso e non concesso che il Vesuvio emettesse del materiale, per giunta ad altezze molto sostenute, sarebbe impensabile che percorresse distanze di un centinaio di chilometri, tra andata e ritorno…a meno che avesse una propulsione propria. Insomma, il Vesuvio, in fin dei conti, sarebbe in fase di eruzione. Ma, non è così. Si ripete che il C.UFO.M. conferma, in toto, gli avvistamenti che si sono verificati negli ultimi tempi nei pressi del Vesuvio. Quindi, attenzione a giudizi, completamente infondati e anche campati in aria, inverosimili espressi da persone non esperte in vulcani. Si pone l’accento, infine, sulla circostanza per cui,  ovviamente, il Centro Ufologico Mediterraneo possiede tutti i risultati delle indagini degli ufo files “vesuviani” e, pur essendo un’associazione senza scopo di lucro, si avvale di professionisti in diversi campi (in questo caso di un geologo) ed ha anche di una solida base territoriale in Campania.

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