Non ci sono cure né vaccini per il vaiolo delle scimmie la cui letalità inferiore al 10%: a precisarlo è Massimo Galli, Presidente degli infettivologi della Simit, la Società italiana di malattie infettive e tropicali, che interviene sul caso individuato a Londra dove è stato ricoverato un nigeriano in arrivo dall’Africa.
Il serbatoio animale principale non è stato identificato. Sono implicate specie di scoiattoli, altri roditori e alcune scimmie. La letalità nei casi riportati in Africa è contenuta attorno all’1-3% e comunque inferiore al 10% ed è più alta nei bambini.
Nell’epidemia che nel 2003 ha interessato gli Usa, dovuta all’importazione di esemplari infetti di Cricetomys gambianus, un grosso ratto venduto come animale da compagnia, tutte e 81 le persone colpite hanno presentato una malattia di grado lieve e non si sono registrati decessi. Anche la probabilità di generare casi secondari (infezioni da uomo a uomo), che in Africa è risultata compresa tra il 3 e l’8 %, negli USA è risultata pari a zero.