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Valente a Minniti sui fatti della Federico II: «Non si può impedire di parlare»

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NAPOLI. Non si placano le polemiche intorno alle proteste degli studenti universitari contro Massimo D’Alema e Susanna Camusso. Questa volta è Valeria Valente, candidato sindaco del Pd alle scorse elezioni comunali, a contestare quanto accaduto ieri all’esterno dell’università Federico II.
 

«I silenzi di De Magistris sono ormai troppi»

 

«Ho deciso di presentare un’interrogazione al ministro degli Interni Marco Minniti – ha rivelato Valente oggi, – su quanto avvenuto giovedì scorso alla Federico II. Un gruppo di manifestanti, pochi, ma ben organizzati, ha impedito a Massimo D’Alema e a Susanna Camusso di parlare nel corso di un convegno che alla fine non si è potuto tenere per motivi di ordine pubblico.

«Non è la prima volta che questo accade – continua Valente – Anzi, purtroppo, negli ultimi anni a Napoli è diventato un copione fisso: impedire di parlare a chi la pensa diversamente e costringerlo a interrompere manifestazioni pubbliche regolarmente autorizzate o ad andarle a celebrare in luoghi blindati. Cambiano, ogni volta i contestati, da Renzi a Salvini, da De Luca a D’Alema, i contestatori invece sono sempre gli stessi, stesse parole d’ordine, stessi metodi. E sempre la stessa è la voce che manca all’appello tra quelle che dovrebbero condannare, prendere le distanze e isolare queste azioni e questo clima di intolleranza. I silenzi del sindaco di Napoli de Magistris sono ormai troppi e ripetuti per non essere letti come accondiscendenti. Tutto questo è inaccettabile.

«A Napoli, città medaglia d’oro della Resistenza, – conclude Valente – il diritto a manifestare il proprio pensiero non può essere ostaggio di sparuti gruppi che utilizzano azioni e metodi violenti. Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero, così recita l’articolo 21 della nostra Costituzione. I principi della nostra Carta si difendono innanzitutto mettendoli in pratica ogni giorno, su tutto il territorio italiano, anche e soprattutto a Napoli. Il Governo intervenga per ristabilire le più elementari regole di convivenza civile e democratica».

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