NAPOLI. “Vi occorre un rettangolo per un gazebo? Un tavolino per la raccolta di firme? Uno spazio dove pubblicizzare i vostri prodotti: per l’alimentazione, per la salute, per la casa, di tutto di più? Volete ascoltare musica a tutto volume da suonatori improvvisati? Vedere funamboli e giocolieri dilettanti? Essere assillati da venditori di prodotti vari, accendini, penne e, soprattutto, calzini anche “a rate”? Ammirare una fontana senz’acqua da quasi un anno per la “crisi idrica”? Osservare un cassonetto seminterrato fuori servizio perché rotto? Rischiare di finire, mentre passeggiate tranquilli, convinti di trovarvi in un’isola pedonale, sotto le ruote di uno dei tanti autoveicoli in transito a tutte le ore del giorno? Allora c’è il posto giusto per voi: l’isola pedonale di via Scarlatti nel quartiere napoletano del Vomero!”. È l’ironica quanto amara constatazione di Gennaro Capodanno, presidente del Comitato Valori collinari.
Via Scarlatti, “l’isola pedonale che non c’è”
“Oggi, per non far mancare proprio nulla a questa sorta di fiera paesana, si sono aggiunti anche una serie di gazebo, posti su entrambi i lati, per un’iniziativa che aveva il suo momento culminante in un’assordante kermesse canora, durata l’intera mattinata, svoltasi al centro di piazza Vanvitelli – continua Capodanno – . Senza considerare l’aspetto più grave, relativo alle numerose insidie per i pedoni presenti sulla pavimentazione dei tratti pedonalizzati i quali, dopo quasi 19 anni dalla loro realizzazione, visto che l’isola pedonale fu istituita nel 1999, avrebbero bisogno di un completo restyling, laddove invece, alla bisogna, si procede con semplici rappezzi peraltro antiestetici”.
“La domanda che molti, a questo punto, si pongono, è: ma l’amministrazione comunale cosa fa affinché quest’area pedonale sia utilizzata esclusivamente per la destinazione per la quale è nata, vale a dire per i pedoni – aggiunge Capodanno -? Esattamente nulla, anzi sembra che faccia il contrario di quello che bisognerebbe fare. Concede tutte le autorizzazioni perché si svolgano le poliedriche attività alle quali si è fatto appena cenno, chiude un occhio, anzi due di fronte alle tante situazioni di degrado e di abbandono, alimenta nei fatti, nell’immaginario collettivo, il convincimento di trovarsi al cospetto di quell’ “isola che non c’è” dell’opera barriana. E chissà che, prima o poi, continuando in questo modo, proprio in via Scarlatti, per la gioia di grandi e piccini, insieme a clown e a saltimbanchi improvvisati, non si faccia vivo pure Peter Pan!”.