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Contro la violenza sulle donne, dibattito sullo stalking

avellino atti persecutori ex figlia

Foto di repertorio

NAPOLI. “Le parole lasciano il segno”, questo il titolo dell’iniziativa, che vuole appunto indicare – come ha spiegato in apertura la presidente Caniglia – che lo stalking è un fenomeno ampio, del quale bisogna analizzare anche le manifestazioni più sottili, e del quale è opportuno parlare sin dall’età scolare.
È stato proiettato un video che illustra le attività e le proposte dei cinque poli napoletani di centri antiviolenza, e la presidente dell’associazione “La Forza delle Donne”, Elisa Russo, ha introdotto due donne presenti in sala che hanno testimoniato la loro drammatica esperienza di vittime di stalking. Al dibattito hanno partecipato il Questore di Napoli Antonio De Iesu, che ha ribadito che le istituzioni sono vicine alle vittime, che esistono ormai norme adeguate che consentono di denunciare i propri persecutori, riconoscendo l’importanza della legge del 2009, che ha finalmente fornito uno strumento efficace, ma che tuttavia ancora bisogna lavorare per colmare quel vuoto normativo che esiste tra la fase dell’ammonimento al persecutore ed il divieto di avvicinamento, e prevedere per gli stalkers anche un efficace percorso di verifica e recupero dei disturbi dell’affettività alla base di questi comportamenti.

Il comandante provinciale dell’Arma dei Carabinieri, Ubaldo Del Monaco, ha voluto insistere su due aspetti importanti, e cioè la vittimizzazione primaria e secondaria delle donne che decidono, con coraggio e sofferenza, di avviare un percorso di denuncia. Su questo l’Arma presta grande attenzione, evidenziando tuttavia che la vera chiave di volta su questo tema è la tessitura di relazioni di collaborazione tra tutti gli attori istituzionali coinvolti in questo processo, puntando ad una vera sensibilizzazione nei confronti dei più giovani sui temi della parità di genere.

È intervenuta quindi l’onorevole Mara Carfagna, promotrice in Parlamento della legge 38/2009, che ha indicato che i numeri parlano di una vera e propria strage, che impedisce alle donne abusate, violate e vessate di vivere pienamente l’uguaglianza e la parità. Serve prevenzione, un’azione forte nelle scuole, un sostegno concreto ai centri antiviolenza, e purtroppo si registrano, dal 2014, una serie di battute d’arresto in seguito ad alcune riforme normative, non ultima quella sulla giustizia riparativa. Solo con un’azione sinergica tra forze dell’ordine, magistratura, centri antiviolenza e governo nazionale si potrà arrivare a garantire alle donne vittime di violenza piena sicurezza, libertà e dignità.

Stefania Riccio, magistrato della sezione Fasce Deboli del Tribunale di Napoli, ha parlato di un tema “incandescente”, per il quale servono approcci condivisi ed in rete, così come previsto dalla normativa internazionale. E’ necessario fare prevenzione con risorse finanziarie adeguate, garantire assistenza legale alle vittime di stalking, individuare professionalità adeguate che sostengano le donne nel corso del processo penale e, anche, avviare una riflessione culturale più approfondita sulla giustizia riparativa.

CONTRO LA VIOLENZA SULLE DONNE, INIZIATIVE A NAPOLI E DINTORNI

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