NAPOLI. “Oramai il Vomero, l’ex “quartiere bene” della Napoli che fu, versa in uno stato di evidente e perdurante abbandono – osserva amareggiato Gennaro Capodanno, presidente del comitato Valori collinari – Non solo calcinacci che, cadendo all’improvviso dalle facciate degli edifici prospicienti la pubblica via, rischiano di mietere qualche vittima, ma anche buche e avvallamenti che costellano strade e piazze del popoloso quartiere collinare, senza che si provveda a ripararli“.
“Ma non è finita qui – continua Capodanno – In molte strade del quartiere, a ragione della mancanza della manutenzione ordinaria, sono cresciute erbacce che se non s’interviene potranno a breve trasformarsi in vere e proprie selve“.
“Mi riferisco – prosegue Capodanno – in particolare ma solo per esemplificare, alle erbacce cresciute di recente sul marciapiede di via Solimena in prossimità dell’incrocio con via Luca Giordano, lungo lo spigolo del muro che costeggia la facciata laterale del villino Casciaro, una delle più belle ed antiche ville del Vomero, di recente ristrutturata“.
L’appello di Gennaro Capodanno
“Tra gli impegni prioritari che dovrebbero caratterizzare l’operato degli Enti interessati ritengo che avrebbe già da tempo dovuto esserci quello del rilancio, sul piano storico e culturale, delle antiche e belle ville liberty del Vomero, realizzate tra la fine dell’’800 e gli inizi del ‘900, di cui restano molte tracce in strade come via Palazzi, via Luigia Sanfelice, via Aniello Falcone e via Luca Giordano, per citarne alcune – puntualizza Capodanno -. Il tutto anche alla luce delle delle battaglie sostenute, in occasione del rifacimento della stazione in via Cimarosa della funicolare di Chiaia, che hanno portato al recupero dell’antica facciata, anch’essa in stile liberty“.
“Tra gli edifici che rappresentano l’emblema dell’antica storia culturale e pittorica del Vomero vi è certamente villa Casciaro, un villino liberty di due piani, realizzato nel 1910 all’angolo tra via Luca Giordano e via Solimena – continua Capodanno -. Un edificio dove, come ricorda una lapide fatta apporre dal Circolo artistico politecnico, visse e morì colui che è considerato il più grande pastellista europeo a cavallo dei due secoli, il maestro del colore Giuseppe Casciaro. Fino alla sua morte, avvenuta nel 1941, la villa fu un cenacolo di intellettuali ed artisti che si riunivano periodicamente. Successivamente la tradizione pittorica trovo una degna continuazione anche nei familiari dell’artista, attraverso un sodalizio che, a mio avviso, a tutt’oggi attende ancora di essere opportunamente e adeguatamente valorizzato“.
“È inammissibile – conclude Capodanno – che un edificio con questa storia debba essere circondato da erbacce a ragione del fatto che gli uffici competenti non provvedendo a mettere in atto tutti gli interventi necessari per un’idonea e costante manutenzione“.