NAPOLI. Le associazioni Wwf Italia, Ardea, Enpa, Lipu esprimono la loro contrarietà al “Piano di controllo della volpe e dei corvidi in provincia di Caserta” adottato dalla giunta regionale della Campania – Direzione Generale per le Politiche agricole, alimentari e forestali – Servizio territoriale provinciale Caserta.
Il piano prevede l’abbattimento di corvidi (cornacchia grigia e gazza) e volpi senza che i presunti danni causati da queste specie siano stati comprovati in maniera chiara, e certamente non possono limitarsi esclusivamente al possibile disturbo alle specie di interesse venatorio (fagiani, lepri e starne immessi artificialmente sul territorio). Non ci sono, inoltre, informazioni pregresse sulla reale consistenza delle popolazioni di volpi e corvidi nelle zone interessate e neppure una reale verifica del loro impatto su tali specie. Questi dati non si evincono nemmeno dallo studio allegato al piano, che risulta essere approssimativo, superficiale e carente sotto numerosi punti di vista (materiali e metodi, bibliografia, esposizione) e quindi insufficiente e non esaustivo.
Gli abbattimenti, inoltre, sono previsti anche in periodo riproduttivo, quando sono presenti nidi con uova o pulcini e tane con cuccioli. È prevista addirittura la cattura tramite l’utilizzo di trappole, metodo non perfettamente selettivo, estremamente cruento e stressante per gli animali, sia appartenenti alle specie oggetto del piano, sia per le specie protette, accidentalmente catturate durante un periodo critico del loro ciclo vitale, che potrebbero essere danneggiate durante la stagione riproduttiva.
La mancanza di fauna
La mancanza di una fauna stanziale di lepri, starne e fagiani in Campania deriva da una incapacità gestionale degli enti competenti e non dalla pressione predatoria della fauna selvatica autoctona. Anche in merito alla proposta di controllo del cinghiale tramite abbattimento è ormai risaputo che tale tecnica non porta alcun tipo di beneficio essendo superata da altre metodologie più efficaci (Massei G. et al., 2011); (Massei G. et al., 2015).
Peraltro per volpe, gazza e cornacchia grigia attualmente è già consentita la caccia negli ordinari periodi di riferimento, pertanto non si ravvede il motivo di cacciarle ulteriormente prolungando in questo modo, di fatto, la stagione venatoria. Una carenza del piano riguarda proprio la mancata considerazione degli abbattimenti in periodo venatorio di queste specie.
È prioritario l’utilizzo di metodi ecologici e la vigilanza sul piano di abbattimento che allo stato non può essere lasciata solo alle guardie volontarie ma alla polizia provinciale come ribadito più volte dalla corte costituzionale
Le richieste delle associazioni
Vista quindi la forzatura e gli aspetti cruenti che tale piano comporta le associazioni chiedono agli enti in indirizzo:
- la sospensione del piano di controllo da gennaio ad agosto;
- di fornire i dati degli abbattimenti di volpe durante le ultime tre stagioni di caccia, con particolare riguardo ai territori ricompresi nelle aree di interesse del piano;
- la verifica dei danni ipoteticamente causati dalla volpe;
- di colmare la lacuna dei dati pregressi sulla presenza e consistenza della volpe e dei corvidi;
- di risolvere le problematiche relative alla presenza di fonti trofiche di origine antropica sul territorio;
- di applicare i metodi ecologici e la successiva verifica.
- la risoluzione preventiva delle problematiche legate al randagismo canino e felino
Qualora, le nostre richieste saranno disattese provvederemo a produrre un elaborato finalizzato ad evidenziare le carenze del piano e gli elementi contrastanti con le norme legislative, al fine di avviare un’azione di contrasto legale.