Almanacco

Il 24 febbraio del 1920 Hitler riuscì a organizzare una vera riunione politica: nacque il Partito Nazista

Il Partito Nazionalsocialista Tedesco dei Lavoratori, noto ai più come Partito Nazista o con la sigla NSDAP, è stato un partito tedesco guidato dal leader di origini austriache, Adolf Hitler, uomo politico dalle grandi capacità oratorie che prese il potere in Germania nel 1933 dopo l’esperienza della Repubblica di Weimar.

24 febbraio 1920: si tenne la prima riunione del Partito Nazista

La prima riunione del partito Nazista a Monaco di Baviera avvenne il 24 febbraio 1920. In questa occasione Hitler, sfruttando le sue abilità oratorie, emerse come un autentico leader.

Fatti antecedenti

Al ritorno dal fronte, Adolf Hitler, ancora in servizio militare fino al 1° aprile 1920, venne inviato a Monaco di Baviera. Nella città si era avuto, nell’inverno 1919, un tentativo di rivoluzione comunista, con la proclamazione di una repubblica sovietica presto abbattuta dalle forze regolari e dai volontari di destra (1° maggio 1919).


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Il logo del Partito Nazista.

Fattosi notare per certe sue doti oratorie e per la passione politica, Hitler venne incaricato dal dipartimento politico del comando di Monaco dì svolgere lavoro politico nell’esercito contro la propaganda socialista e comunista; e in questo quadro nel settembre 1919 venne inviato ad assistere a una riunione del partito dei lavoratori tedeschi (Deutsche Arbeiterpartei).

Era una delle mille piccole organizzazioni politiche che pullulavano a Monaco in quel periodo, e sulle prime Hitler non le attribuì particolare importanza: ma in quella riunione ebbe occasione di prendere la parola contro un fautore della separazione della Baviera dal Reich, attirando su di sé l’attenzione dei pochi uditori.
Gli venne consegnato un opuscolo di propaganda, e poco dopo, attraverso tormentose esitazioni e perplessità, decise di aderire al partito, di cui divenne membro con la tessera n° 7.


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Dopo di allora le sue doti di oratore e di propagandista dovevano assicurargli un predominio crescente e poi assoluto nelle file dell’organizzazione.

“Il mio risveglio politico”

Secondo l’opera “L’età conteporanea”, l’autore dell’opuscolo consegnato a Hitler (Il mio risveglio politico) età Anton Drexler, un fabbro che il 7 marzo 1918, durando ancora la guerra, aveva organizzato un comitato di lavoratori a carattere antimarxista, e fautore di una giusta pace per la Germania: nel gennaio 1919 questo gruppo si era fuso con una formazione analoga, il Circolo politico dei lavoratori, capeggiato da un giornalista, Karl Harrer, che divenne presidente del partito politico dei lavoratori tedeschi nato dalla fusione dei due gruppi, mentre Drexler prendeva la direzione dell’organizzazione locale di Monaco, l’unica esistente fino a quel momento.


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Adolf Hitler e i vertici del partito nel 1926.

Ma già all’atto dell’ingresso di Hitler altre personalità tendevano a predominare sui due fondatori: l’ingegnere Gottfried Feder, autore di una teoria economica fondata sulla distinzione del capitale “speculativo”, eretto sulla “schiavitù dell’interesse” dal capitale “produttivo”; il giornalista, poeta e scrittore teatrale Dietrich Eckart, che, disponendo di una discreta fortuna, finanziò ai suoi inizi il movimento; il capitano dell’esercito Ernst Rbhm, di umile origine e persuaso che la Germania dovesse riconquistare un avvenire nazionale mediante un partito fondato sulle classi inferiori: grande organizzatore, il Rohm diede vita più tardi alla milizia armata del nazismo, le S.A. (Sturmarbteilungen, sezioni d’assalto), gli assicurò appoggi nell’esercito, e fu più tardi eliminato da Hitler, come è noto, nel 1934.

La nascita del partito

Appunto come responsabile della propaganda del partito, Hitler organizzò per il 24 febbraio 1920 una grande manifestazione per la pubblica presentazione del programma del partito, e nonostante lo scetticismo degli altri dirigenti decise di tenerla nella sala delle feste della Hofbrauhaus Keller, che poteva contenere duemila persone.


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L’intero programma era stato elaborato da Drexler, Feder e Hitler, e riflettono la mescolanza di motivi socialisti e nazionalisti che doveva caratterizzare il movimento (il quale il 1° aprile 1920 assunse appunto la denominazione di Partito nazionalsocialista dei lavoratori tedeschi, Nationalsozialistiche Deutsche Arbeiter Partei).

È da notare tuttavia che i motivi nazionalistici, più avvertiti da Hitler, vennero prendendo gradatamente un netto sopravvento; e che in genere il programma ebbe un valore di simbolo più che di concreta direttiva politica. Hitler nel 1926 lo dichiarò “immutabile”, ritenendo che tale caratteristica meglio conferisse al prestigio che esso doveva avere agli occhi di tutti i seguaci del movimento.

Ciò non toglie, comunque, che non pochi punti del programma rispecchiassero gli obbiettivi che Hitler effettivamente perseguì più tardi nella sua azione. La presentazione del programma il 24 febbraio 1920, con un grande discorso di Hitler, avvenne tra zuffe violente nell’uditorio e manifestazioni di dissenso represse con la forza dagli aderenti al partito: il quale allora per la prima volta uscì dall’oscurità e si affacciò come movimento di una certa importanza sulla scena politica tedesca.


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Il testo tedesco è stato pubblicato nell’opera Nationalsozialistiches Jahrbuch (Annuario nazionalsocialista del 1938) e al suo interno è presente il programma politico del Partito Nazista di Hitler, elencato in 25 punti stringenti.