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Natale 2024, il torrone sarà il prodotto più costoso (+53% se al cioccolato): rincari anche per panettone e pandoro, come saranno i prezzi

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A Natale, il torrone si confermerà come prodotto più costoso  (+53% se al cioccolato): rincari anche per panettone e pandoro, come saranno i prezzi per le festività 2024. Codacons: “Il prezzo medio dei pandori e panettoni industriali classici nelle principali catene di distribuzione varia tra i 5 e i 7 euro, con un incremento fino a 14 euro per i prodotti di alta qualità”.

Prezzi per Natale 2024, il torrone sarà il prodotto più costoso

A Natale, il torrone si confermerà come il prodotto più costoso, con un aumento del 53% se si opta per la variante al cioccolato. La crisi delle materie prime, in particolare del cacao, è alla base di questo incremento dei prezzi.

Quest’anno, il torrone sarà il prodotto più caro nel cesto natalizio. Se si decide di acquistare quello al cioccolato, i costi saliranno ulteriormente. Gli appassionati di pandoro e panettone possono invece stare tranquilli: i loro acquisti non comporteranno spese eccessive, a meno che non si opti per versioni artigianali create da chef rinomati, che potrebbero subire lievi aumenti di prezzo. Sarà sicuramente più difficile per gli amanti del torrone al cioccolato: in questo caso, a causa della crisi del cacao, gli aumenti dei prezzi rispetto all’anno scorso sono significativi. Il Codacons ha condotto un’analisi della situazione, monitorando i prezzi al dettaglio dei dolci tradizionali natalizi, già disponibili da settimane nei negozi e nei supermercati.

«Il prezzo medio dei pandori e panettoni industriali classici nelle principali catene di distribuzione varia tra i 5 e i 7 euro, con un incremento fino a 14 euro per i prodotti di alta qualità. Per i panettoni a marchio del supermercato, i prezzi si aggirano tra i 3,50 e i 5 euro. I panettoni artigianali, invece, sono significativamente più costosi, con prezzi medi che vanno da 30 a 35 euro, ma possono arrivare fino a 60 euro se realizzati da chef rinomati. – spiega l’associazione – Rispetto all’anno precedente, i prezzi di pandori e panettoni industriali mostrano un lieve aumento di circa il 4%, ma è importante notare che nei due anni precedenti i rincari, anche a causa dell’aumento dei costi energetici, erano stati particolarmente elevati. Il mercato italiano dei panettoni e pandori ha un valore di circa 700 milioni di euro all’anno, con quasi 100.000 tonnellate di dolci natalizi prodotti dai principali attori industriali – ricorda il Codacons.

Il cioccolato fa lievitare i prezzi

La situazione cambia se si considerano i costi dei dolci natalizi a base di cioccolato: «per quanto riguarda pandori e panettoni nella loro versione al cioccolato (glassati, con creme al cacao, ecc.), gli aumenti medi si attestano attorno al 12,5%. Tuttavia, il record dei rincari spetta quest’anno ai tradizionali torroni al cioccolato, con i prezzi delle principali marche che mostrano un incremento del 30% rispetto all’anno scorso, con punte che in alcune catene commerciali arrivano fino al +53%. Questi significativi aumenti di prezzo sono attribuibili alla crisi internazionale del cacao», spiega il Codacons. «Nel corso dell’anno, i prezzi di questa materia prima hanno raggiunto sui mercati valori record, sfiorando i 12mila dollari per tonnellata la scorsa primavera, mentre attualmente il prezzo internazionale del cacao è superiore di circa il 107% rispetto alla fine del 2023. Una crisi che ha avuto un impatto diretto sui costi dei dolci natalizi tipici realizzati con questo ingrediente».

Natale a tavola: lievi aumenti per il panettone, ma il torrone sarà costoso

La Società Italiana di Medicina Ambientale (Sima) conferma che i cambiamenti climatici stanno avendo un impatto sempre più significativo sull’ambiente e sul territorio, con effetti così devastanti da influenzare anche i prezzi al dettaglio, anche a migliaia di chilometri dai luoghi colpiti da eventi meteorologici estremi. L’aumento dei prezzi del cacao è attribuibile a «periodi prolungati di siccità, all’innalzamento delle temperature medie e a precipitazioni improvvise e intense, che alterano profondamente l’ambiente e il territorio, riducendo drasticamente le produzioni agricole e causando effetti a catena sull’offerta di alcune materie prime e, di conseguenza, sui prezzi al dettaglio», afferma il presidente Alessandro Miani. Questo è esattamente ciò che sta accadendo in alcuni dei principali paesi produttori di cacao, come Ghana e Costa d’Avorio, che insieme rappresentano il 60% della produzione mondiale.

I raccolti qui sono a rischio a causa di prolungati periodi di siccità, seguiti da piogge intense che provocano inondazioni e favoriscono la diffusione di virus come il Cocoa swollen shoot virus disease (CSSVD), una malattia trasmessa da una particolare specie di cocciniglia che causa la morte delle piante. Di conseguenza, per la stagione 2023/24, il deficit globale di cacao è aumentato a 462.000 tonnellate, con il rapporto tra scorte e raccolto che, secondo l’Organizzazione Internazionale del Cacao, ha raggiunto i livelli più bassi degli ultimi 45 anni», conclude Sima.

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