Svolta nell’omicidio del geologo Filippo Piccione avvenuto nel 1993 in Calabria: due condanne sono state emesse nella giornata odierna, giovedì 11 luglio, per altrettanti membri della cosca della ‘ndrangheta Lo Bianco.
‘Ndrangheta a Calabria: due condanne per l’omicidio del geologo Filippo Piccione del 1993
La Corte di Assise di Catanzaro ha emesso oggi una sentenza di grande rilevanza per il caso dell’omicidio del geologo Filippo Piccione, avvenuto il 21 febbraio 1993 a Vibo Valentia. Il tribunale, presieduto dal giudice Massimo Forciniti, ha condannato i due imputati principali del processo, entrambi membri della cosca di ‘ndrangheta Lo Bianco.
Le condanne
- Salvatore Lo Bianco, 51 anni, è stato condannato all’ergastolo per il suo ruolo di esecutore materiale dell’omicidio.
- Rosario Lo Bianco, 55 anni, ha ricevuto una condanna a 28 anni di reclusione per il suo coinvolgimento nell’omicidio.
La sentenza accoglie quasi integralmente le richieste del sostituto procuratore della DDA, Veronica Calcagno, che aveva chiesto pene severe per entrambi gli imputati durante la sua requisitoria del 2 luglio 2024.
Dettagli del Caso
L’omicidio di Filippo Piccione, un geologo di 55 anni, avvenne nel centro di Vibo Valentia e rimase per anni irrisolto. Tuttavia, grazie alle dichiarazioni dei collaboratori di giustizia Andrea Mantella e Totò Mazzeo, è stato possibile fare luce sul caso e individuare i responsabili.
Secondo i pentiti, il geologo sarebbe stato assassinato perché sospettato di essere implicato nell’omicidio di Leoluca Lo Bianco, membro della stessa cosca di ‘ndrangheta, ucciso in un terreno di proprietà di Piccione.
Le Figure Legali e le Dichiarazioni
- Rosario Lo Bianco è stato difeso dall’avvocato Patrizio Cuppari, che ha ottenuto per lui il riconoscimento delle attenuanti generiche.
- Salvatore Lo Bianco è stato assistito dagli avvocati Giuseppe Orecchio e Vincenzo Gennaro.
I familiari della vittima si sono costituiti parte civile nel processo, assistiti dagli avvocati Francesco Gambardella e Danilo Iannello, per richiedere giustizia per la tragica morte del loro congiunto.
La Motivazione della Sentenza
Il tribunale ha motivato la condanna con il ruolo centrale di Salvatore Lo Bianco come esecutore materiale del delitto e con il grado di partecipazione di Rosario Lo Bianco nell’organizzazione dell’omicidio. Le dichiarazioni dei collaboratori di giustizia hanno fornito elementi cruciali per ricostruire i fatti e confermare il coinvolgimento degli imputati.
Le Reazioni al Verdetto
Il pubblico ministero Veronica Calcagno ha espresso soddisfazione per la sentenza, sottolineando che la condanna degli imputati rappresenta un importante passo avanti nella lotta contro la criminalità organizzata e la ‘ndrangheta. Ecco cosa ha detto: “Questa sentenza è un segnale forte e chiaro contro la mafia e per le vittime innocenti delle sue violenze. Lavoriamo ogni giorno per portare alla giustizia chi ha seminato dolore e terrore.”
Il Ruolo dei Collaboratori di Giustizia
Le dichiarazioni dei pentiti hanno avuto un peso decisivo nel processo, rivelando dettagli inediti e confermando le responsabilità degli imputati. Andrea Mantella e Totò Mazzeo hanno descritto con precisione il contesto dell’omicidio e le motivazioni che avevano portato alla morte di Filippo Piccione.
Il Caso di Filippo Piccione
Filippo Piccione, un geologo noto a Vibo Valentia, era stato assassinato in circostanze che inizialmente erano rimaste oscure. Il suo omicidio si inseriva in una serie di vendette e omicidi che caratterizzavano le faide interne alla cosca Lo Bianco.
Le Condanne Aggiuntive e i Prossimi Passi
La condanna a 28 anni per Rosario Lo Bianco, sebbene inferiore rispetto all’ergastolo inflitto al fratello, riflette il suo ruolo meno diretto nell’esecuzione dell’omicidio ma comunque significativo nella pianificazione e nell’organizzazione del delitto.
Il processo si chiude con una sentenza che spera di dare una risposta alle famiglie delle vittime e a tutta la comunità di Vibo Valentia, segnando un passo verso una giustizia più equa.