C’è chi vive in modo riservato la sua storia d’amore, c’è chi la “mette in piazza” facendola conoscere a tutti. E poi ci sono i vip che, volenti o nolenti, la vivono sulle copertine di tutti i giornali.
Loro, Romeo e Giulietta, non volevano certo apparire: si tratta però della storia d’amore più famosa del mondo, conosciuta in tutto il mondo soprattutto grazie a quel 30 gennaio 1595 in cui c’è stata la prima rappresentazione.
30 gennaio 1595: la prima di “Romeo e Giulietta”
Riservatissimi, malgrado gli sforzi, proprio no. Quel Romeo che si apposta sotto al balcone dell’innamorata non passa di certo inosservato. E a complicare la situazione ci pensa sempre lui, ancora una volta, con un omicidio che lo fa finire sotto ai riflettori.
Il loro innamoramento, però, coinvolge tutti emotivamente: tant’è che sono stati presi come riferimento dal mondo del teatro, della musica, del cinema. Romeo e Giulietta, “figli” di papà William Shakespeare, ancora oggi sono un punto di riferimento per il vero sentimento.
La storia d’amore
La storia, magari anche solo per sommi capi, è conosciuta da tutti. Molto più del titolo che è lungo quasi quanto tutta l’opera, che si traduce in soli cinque giorni di passione e di dolore: “L’eccellentissima e lamentevolissima tragedia di Romeo e Giulietta“.
Storia d’amore che riguarda due rampolli di due nobili famiglie della città di Verona, i Montecchi e i Capuleti, in lotta tra loro. Tra alterne vicende, omicidi, esilio e incomprensioni entrambi arriveranno a togliersi la vita credendo che la persona innamorata sia morta.
Capolavoro
A tutti gli effetti è considerato un capolavoro della letteratura, anche se da più parti è stato evidenziato come l’opera manchi di originalità, visto che “pesca” un po’ qua e là nella letteratura greca e latina, poi da quella medioevale.
Secondo i critici ciò non sminuisce i meriti di Shakespeare che, anzi, a novelle probabilmente già note riesce ad aggiungere significato trattando sullo sfondo di una storia d’amore la questione della crisi sociale e di una Chiesa incapace di esercitare un suo ruolo.