Neonata rapita a Cosenza, il marito di Rosa Vespa è stato scarcerato dopo tre ore di interrogatorio: “Ha fatto tutto da sola. Ero certo che fosse mio figlio”. La decisione è stata presa dal giudice per le indagini preliminari.
Neonata rapita a Cosenza, il marito scarcerato: l’interrogatorio
Moses Omogo Chidiebere, l’uomo accusato insieme alla moglie di aver rapito una neonata dalla clinica ‘Sacro Cuore’ di Cosenza, è stato rilasciato. La decisione è stata presa dal giudice per le indagini preliminari al termine dell’interrogatorio di garanzia svoltosi nel carcere di Cosenza.
I rapitori della neonata si sono presentati davanti al gip, con il marito che ha dichiarato: “Ero convinto fosse mio figlio”. Gli interrogatori di garanzia per Rosa Vespa e Moses Omogo Chidiebere, la coppia arrestata per il rapimento di una neonata avvenuto il 21 gennaio in una clinica privata, si sono appena conclusi nel carcere di Cosenza. Durante l’udienza, presieduta dal gip Claudia Pingitore e alla presenza del pm Antonio Bruno Tridico e dei legali difensori Gianluca Garritano e Teresa Gallucci, i due hanno risposto alle domande e fornito la loro versione dei fatti. La donna ha preso su di sé la responsabilità dell’accaduto, mentre il marito ha insistito di non essere a conoscenza della situazione e di aver creduto, fino all’arrivo della polizia, che la neonata fosse sua figlia. L’interrogatorio, che ha visto i due indagati per sequestro di persona, è durato circa tre ore. Si attende ora la decisione del gip riguardo alla convalida degli arresti.
La madre di Sofia: “Tanta paura”
«Ho provato una paura enorme. Di notte è ancora difficile. Spero che con il tempo tutto questo svanirà. Non riuscirò mai a dimenticare quella donna, anche perché continuo ad avere incubi. Oggi mi sento molto meglio, il peggio è passato. Siamo a casa». Così Valeria Chiappetta, madre di Sofia, la neonata rapita dalla clinica “Sacro Cuore” di Cosenza, ha dichiarato ai microfoni del Tg1 diretto da Gian Marco Chiocci. «La mia forza è venuta da mio marito e da mio figlio Alessandro, il fratello maggiore di Sofia – ha aggiunto Valeria Chiappetta – e poi loro (indicando due poliziotte sedute accanto a lei sul divano di casa) sono state fondamentali. Senza di loro, non so se Sofia sarebbe qui, anzi, non sarebbe qui. Pensavo di non rivederla mai più». «Quando sarà un po’ più grande, sicuramente dovrà sapere. È una miracolata, una bambina fortunata: nella sfortuna ha trovato fortuna. È nata il 20, il 21 ce l’hanno portata via, e poi è tornata, quindi avrà due compleanni», ha concluso la madre di Sofia.
Il padre di Sofia: “Abbiamo udito un forte boato”
«Eravamo nella stanza e abbiamo sentito un forte boato, con tutti che urlavano». Federico, il papà della piccola Sofia, la neonata rapita a Cosenza, racconta a ‘Dritto e Rovescio’ su Retequattro il momento in cui sua figlia è stata restituita ai genitori. Riguardo alla rapitrice, il padre di Sofia ha dichiarato: «Quella donna aveva dei problemi, è evidente. Posso solo immaginare come si senta la famiglia che era completamente all’oscuro di tutto e che ora è scioccata. Avevano già preparato la casa con decorazioni e fiocchi». Ha aggiunto: «La famiglia della signora credeva davvero che la figlia fosse in attesa, mentre in realtà ha finto tutto. Da quanto mi hanno riferito, questa donna non stava bene, ma desiderava ardentemente un figlio e ha compiuto questo gesto». La piccola Sofia, ha concluso, “è nata due volte. Ogni anno festeggeremo il 20 e il 21”.
L’interrogatorio
Moses Omogo Chidiebere e Rosa Vespa, una coppia di 43 e 51 anni, sono stati portati nel carcere di Cosenza per l’interrogatorio di garanzia e l’udienza di convalida. Lui di origini nigeriane e lei italiana, sono accusati di aver rapito una neonata di appena un giorno dalla clinica Sacro Cuore di Cosenza. La bambina è stata ritrovata dalla Polizia dopo sole tre ore. Prima dei coniugi, nel carcere, sono entrati i loro avvocati, Gianluca Garritano e Teresa Gallucci, per partecipare all’udienza di convalida. Rosa Vespa e Moses Omogo Chidiebere sono accusati di sequestro di persona. La ricostruzione del rapimento è stata possibile grazie alle immagini delle telecamere di sicurezza della clinica.