Cronaca

Neonato trovato morto nella culla termica a Bari, il tecnico: “Nessun contratto di manutenzione, solo interventi su richiesta”

neonato morto chiesa bari
I soccorsi

“Non ho nessun contratto di manutenzione e non tengo un registro degli interventi; intervengo solo quando chiamato. Era il Don a occuparsi della culla, era lui a testarla e controllarla”, ha dichiarato il tecnico indagato insieme al sacerdote per il caso del neonato trovato morto nella culla termica in chiesa a Bari.

Neonato morto a Bari, il tecnico: “Nessun contratto di manutenzione”

Quando ho effettuato la riparazione, il sensore della culla termica funzionava correttamente”, ha affermato il tecnico, indagato insieme al parroco della chiesa di San Giovanni Battista di Bari, dove il neonato è stato scoperto senza vita lo scorso 2 gennaio. L’uomo ha spiegato che la culla aveva subito un guasto il 14 dicembre a causa di un blackout e che lui l’aveva riparata su richiesta del prete, sottolineando di non avere alcun contratto di manutenzione programmata.

“Il sensore ha funzionato e ha emesso tre segnali durante la riparazione, come ho già comunicato al PM. Vengo chiamato esclusivamente su richiesta. Quando Don Antonio mi ha contattato, ho effettuato la riparazione e poi me ne sono andato,” ha dichiarato il tecnico Vincenzo Nanocchio, intervistato telefonicamente da Storie Italiane su Rai1.

Cosa ha detto il tecnico indagato

“Non ho un contratto di manutenzione né un registro degli interventi; opero solo su chiamata. Era Don Antonio a occuparsi della culla, era lui a testare e controllare,” ha aggiunto, riferendosi a don Antonio Ruccia, il parroco della chiesa di Roma dove è stato trovato il corpo senza vita del bambino e che ora è indagato insieme a lui per omicidio colposo.

“La culla ha emesso un segnale il 14 dicembre intorno alle 9.30-10, quando l’ho riparata dopo aver acquistato un nuovo trasformatore, poiché mi ero accorto che l’alimentatore era guasto,” ha spiegato il tecnico, ipotizzando diverse cause per il possibile malfunzionamento della culla termica al momento in cui è stato posizionato il bambino: “Potrebbe essere andata in blocco, la sim potrebbe non aver funzionato, ci sono molteplici fattori.”

L’uomo ha anche fornito la sua versione dei fatti agli inquirenti, e i tabulati telefonici del cellulare del prete, a cui era collegata la sim della culla termica, confermano che la mattina del blackout e del guasto sono state effettuate tre telefonate.

La precisazione, insieme ai primi risultati dell’autopsia sul corpicino del bambino, complica ulteriormente la situazione per il prete. Dalle prime informazioni emerse dall’esame post mortem, condotto nelle ultime ore presso l’istituto di Medicina Legale del Policlinico di Bari su incarico della procura, risulta che il piccolo sarebbe deceduto a causa di ipotermia, ovvero per il freddo.

Questo potrebbe escludere l’ipotesi che il bambino fosse già morto, ma sarà necessario attendere i risultati definitivi dell’autopsia, che dovrà determinare l’orario esatto del decesso del neonato.

Bari