Il neonato di circa 3-4 settimane trovato morto nella culla termica a Bari era sottopeso a gravemente disidratato. Intanto il parroco Don Antonio Ruccia si è avvalso della facoltà di non rispondere alle domande degli inquirenti. Continuano le indagini per far luce sul caso.
Neonato trovato morto a Bari, sottopeso e disidratato
Il neonato trovato senza vita a Bari era in condizioni di grave trascuratezza, presentando un peso sotto la norma e una forte disidratazione. L’autopsia ha rivelato che il piccolo, di circa 3-4 settimane, è stato scoperto nella culla termica della parrocchia di San Giovanni Battista il 2 gennaio scorso. Il bambino, un maschietto, pesava solo 2,8 chili e si sospetta che possa essere nato al di fuori di un ospedale, sebbene questa rimanga un’ipotesi.
L’autopsia
Questi sono i nuovi dettagli emersi dall’autopsia condotta ieri sul neonato, il quale sarebbe deceduto presumibilmente a causa di ipotermia, anche se sarà necessario attendere i risultati degli esami istologici per avere una conferma definitiva. Secondo fonti vicine alle indagini, se il piccolo fosse stato curato con maggiore attenzione, avrebbe potuto essere salvato, nonostante il mancato attivamento dell’allarme della culla collegato al telefono del parroco e il malfunzionamento del riscaldamento della culla stessa. Il piccolo presentava alcune leggere escoriazioni alle caviglie, del tutto trascurabili e superficiali, probabilmente causate da parassiti cutanei. Ora è necessario determinare se il bambino sia stato collocato nella culla mentre era ancora vivo o dopo la sua morte, sebbene le prime indagini sembrino favorire la prima possibilità. Infatti, la temperatura del corpo era identica a quella della stanza, un elemento che porta gli inquirenti a ritenere che il bambino possa essere rimasto nella culla termica per un lungo periodo, fino al momento del decesso. Sul fronte investigativo, si stanno esaminando donne che hanno partorito da dicembre in poi, e sono in corso analisi sui filmati delle tre telecamere a circuito chiuso situate nella zona della culla termica.
Il parroco non risponde agli inquirenti
Don Antonio Ruccia, il parroco della chiesa di San Giovanni Battista a Bari, ha esercitato il diritto di non rispondere durante il suo interrogatorio, che rappresentava il primo come indagato per omicidio colposo. In precedenza, era stato ascoltato dagli inquirenti come persona informata sui fatti. L’interrogatorio era programmato per ieri pomeriggio, ma il sacerdote, assistito dall’avvocato Salvatore D’Aluiso, ha deciso di non rispondere alle domande.
Al contrario, Vincenzo Nanocchio, il tecnico elettricista co-indagato con don Ruccia, ha fornito le sue risposte. Nel frattempo, la Procura ha incaricato l’ingegnere e professore di Ingegneria Elettrica del Politecnico di Bari, Saverio Mascolo, e il perito Luigi De Vecchis, di effettuare una consulenza sulla culla. Questa consulenza si svolgerà lunedì prossimo alle 12:00, e gli indagati hanno anche nominato i propri consulenti.
Il compito della consulenza consiste nel chiarire il funzionamento del sistema e le sue componenti; verificare se il sistema ha operato correttamente e, in caso contrario, identificare le cause del malfunzionamento; accertare la presenza di ulteriori sistemi di sicurezza per il bambino nella culla, come un sistema di videosorveglianza (presente) e un sistema di condizionamento dell’aria (anch’esso presente); analizzare se questi sistemi aggiuntivi abbiano funzionato e, in caso negativo, comprendere il motivo; infine, controllare il sistema di alimentazione elettrica.
Nanocchio ha riferito agli inquirenti di aver sostituito l’alimentatore della culla il 14 dicembre scorso, dopo alcuni blackout che avevano colpito la chiesa, e ha spiegato di aver testato il sistema tre volte, ottenendo un funzionamento corretto in tutte e tre le occasioni.