“No vax, no drink” recita il cartello affisso nella vetrina di un bar di Palermo. Pioggia di critiche per la titolare dell’Enoteca letteraria Prospero, sommersa da una una valanga di insulti e minacce da chi non tollera l’imposizione del vaccino anti Covid. “Non accetto minacce. Sto lavorando per ripagare i debiti del Lockdown“.
Palermo: il cartello della discordia, “non servo da bere ai No vax”
“Siamo da sempre aperti a tutti i generi, a tutte le età, ai cani, agli unicorni e agli hobbit – scrive Cinzia Orabona sul cartello – Da oggi No Vax, No Drink. Vi chiederemo la certificazione che attesta l’avvenuta vaccinazione (anche la prima dose va bene)“. E attacca alla vetrina del suo negozio un bel cartello che vieta l’ingresso ai non vaccinati, con tanto di mano alzata che impone lo stop e la scritta “No vax“.
“Sto lavorando per pagare i debiti del lockdown, non accetto minacce”
Agli insulti che le sono piombati addosso, Orabona replica così: “Avete paragonato le vaccinazioni all’Olocausto. Mi avete dato della fascista e della razzista. Avete mostrato la violenza tipica dei leoni da tastiera. Non conosco una sola persona che giura e spergiura di non tornare mai più da Prospero. Sto lavorando per pagare i debiti accumulati durante il lockdown e non posso permettersi nuove chiusure. Accetto critiche ma non insulti. Accetto discussioni civili ma non minacce“.