Titoli falsi per essere ammessi alle graduatorie ministeriali di personale Ata, bidelli e anche per docenti: in nove finiscono a processo davanti al Gup del Tribunale di Nocera Inferiore. Lo riporta l’odierna edizione del Mattino. L’inizio del procedimento è previsto per il prossimo mese di gennaio.
Nocera Inferiore, titoli falsi per graduatorie Ata: 9 a processo
Nove persone sono state rinviate a giudizio per assunzioni considerate “false”, finalizzate a ottenere punteggi utili per l’ammissione alle graduatorie ministeriali del personale ATA, dei bidelli e dei docenti. La decisione è stata presa dal Gup del Tribunale di Nocera Inferiore, con il dibattimento che inizierà il prossimo mese di gennaio. Il giudice ha anche assolto alcuni degli imputati dall’accusa di abuso d’ufficio, poiché tale reato non è più previsto dalla legge a seguito delle recenti modifiche normative. L’inchiesta riguarda i titolari di alcune scuole paritarie dell’epoca, insieme a un consulente del lavoro, situate tra le due Nocera, Scafati e Angri.
Gli imputati sono accusati di associazione a delinquere, falsificazione e indebita compensazione di crediti inesistenti. Grazie al lavoro degli inquirenti, supportati dal personale dell’Inps, è stata evidenziata una presunta discrepanza tra le reali necessità delle scuole paritarie ispezionate e il numero di lavoratori assunti in seguito al bando per l’aggiornamento della graduatoria di Terza Fascia del Miur. I fatti risalgono a un periodo compreso tra il 2012 e il 2017. Attraverso le ispezioni condotte nelle scuole, i verbali e le dichiarazioni di chi opera nelle strutture esaminate, è emerso che il consulente del lavoro, in accordo con i legali rappresentanti degli istituti, avrebbe creato rapporti di lavoro fittizi per circa 1503 persone.
Le assunzioni
Le assunzioni erano seguite dall’emissione di fatture per operazioni considerate inesistenti, con l’obiettivo di versare i contributi previdenziali all’Inps tramite la compensazione di crediti IVA. A tal proposito, il gip ha autorizzato un decreto di sequestro preventivo, mirato alla confisca di quasi 2 milioni di euro. Inoltre, coloro che presentavano domanda per lavorare nelle scuole dichiaravano di aver prestato servizio presso istituti paritari, ottenendo così punteggi più elevati in graduatoria a discapito di altri candidati. Le indagini hanno rivelato che la quasi totalità del personale era classificata come “collaboratore scolastico/bidello”, sebbene lavorasse in regime di part-time.
Gli stessi erano in servizio anche nei mesi di luglio e agosto, quando le attività didattiche erano sospese. Inoltre, i dirigenti scolastici non avrebbero effettuato i necessari controlli sulla regolarità contributiva, poiché gli attestati rilasciati ai lavoratori non avevano alcun valore legale. Molte persone erano state assunte nelle scuole, nonostante fossero previsti numeri inferiori rispetto alle reali necessità. Inoltre, alcuni rapporti di lavoro erano stati classificati in modo inadeguato, risultando del tutto estranei – considerando le prestazioni – a finalità scolastiche. Attualmente, il processo è in corso, con le accuse sotto esame da parte dei giudici.