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Bergamo, non fanno salire cane del bimbo autistico sulla funicolare

A Bergamo, un bimbo autistico e il suo cane Aaron, sono stati fermati dagli addetti della funicolare per salire in Città Alta. Leonardo, il bimbo bloccato con il suo cane e la sua famiglia, ha 12 anni ed è riuscito a visitare Piazza Vecchi, la Rocca e l’antico lavatoio, grazie alla protesta dei passeggeri che ha esortato la salita dell’animale. Secondo il regolamento dell’Atb, i cani dovrebbero salire con la museruola, ma il macchinista, sotto le pressioni dei passeggeri, ha fatto salire il docile Aaron.

Bergamo, non fanno salire cane del bimbo autistico sulla funicolare

La mamma di Leonardo, al Corriere di Bergamo, ha dichiarato: “Uscire dal tunnel dell’indifferenza ci ha sorpreso, non siamo più abituati alla solidarietà. È stato bello, bellissimo, è la prima volta che mi capita in tanti anni“. Leo è un ragazzino con una forma grave di autismo e il cucciolo di quasi un anno è il suo inseparabile compagno da ottobre, addestrato per stargli sempre accanto. I passeggeri hanno capito il loro legame speciale e per questo motivo hanno esortato gli addetti a far salire la famiglia, nonostante la mancanza di museruola.

Il racconto della madre di Leonardo

Quando gli addetti dell’azienda di trasporti hanno sbarrato la strada a famiglia e quadrupede, la trentina di viaggiatori in coda è insorta e alla fine il macchinista ha fatto salire tutti. Di questo gesto di solidarietà inattesa parla la mamma, Cristina Finazzi, di Chiuduno.

La famiglia ha deciso di andare a Chiuduno dal nonno di Leo, poi hanno l’idea di una camminata tra le Mura. “Abbiamo parcheggiato in città bassa e ci siamo diretti alla funicolare“. 

Alla biglietteria, Cristina nota subito il cartello: “Sono ammessi a bordo cani di tutte le taglie solo se provvisti di museruola, guinzaglio e idoneo documento di viaggio“. Così spiega la situazione alla biglietteria: “Aaron è un cane di assistenza, ho mostrato la documentazione e il pass di disabilità di Leo. Mi hanno risposto “decide il macchinista” e allora, facendomi largo tra la gente e scusandomi, ho superato la coda e raggiunto i tornelli, dove c’era il controllore“. A detta di Cristina, l’addetto è stato categorico. Senza museruola Aaron non poteva salire. Ho chiesto di parlare col macchinista, ho ripetuto come stavano le cose. Niente da fare. Mi sono voltata verso mio marito con una faccia talmente sconsolata, credo, che a quel punto alcune persone hanno reagito“.

A Cristina sono rimaste impresse alcune frasi: «Una cosa del genere non si è mai vista, altro che Bergamo e Brescia capitale della cultura, chiamate i vigili». E poi: «Se non salite voi, non saliamo nemmeno noi». «A me veniva da piangere, continuavo a ringraziare tutti», aggiunge. Di fronte alla «caciara» che si era creata, lei la definisce così, è stato disposto il contrordine. 

Il lieto fine per la famiglia

«Un’addetta dell’Atb si è avvicinata e si è offerta di portarci i biglietti per non farci rifare la coda. È stato entusiasmante anche il ritorno con alcuni turisti giapponesi che ci hanno ceduto il posto per farci sedere e chiesto di Aaron. Ci siamo spiegati in mezzo bergamasco e mezzo inglese», ride Cristina. Aaron sta per «Autism awareness runs on dogs», vale a dire «la consapevolezza sull’autismo passa dai cani». «È una sperimentazione che stiamo facendo con l’associazione. Il cane può aiutare a “spiegare” l’autismo» e diffondere la cultura della «convivenza delle differenze». Bandisce la parola «inclusione»: “È una brutta bestia, indica che qualcuno è stato escluso. L’arrivo di Aaron — conclude Cristina — è stato positivo al di là delle nostre aspettative. Leo si approccia a lui proprio come al suo cane da accudire e se prima convincerlo a camminare era un dramma, adesso passeggiamo per chilometri“.

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