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Novellara, ragazza scomparsa: in centinaia alla fiaccolata | Si indaga per omicidio

Sono centinaia le persone che ieri sera, venerdì 28 maggio, hanno preso parte alla fiaccolata dedicata a Saman Abbas, la 18enne d’origine pachistana che ha detto no a un matrimonio combinato e della quale non si hanno notizie da un mese. Il punto d’incontro è stato piazza Unità d’Italia a Novellara, la cittadina nella Bassa Reggiana in cui la ragazza viveva.

Novellara, ragazza scomparsa: in centinaia alla fiaccolata

La nostra comunità è stata travolta da una situazione senza precedenti – ha detto la sindaca Elena Carletti, che ha preso la parola – siamo qui per una ragazza che forse nessuno di voi ha conosciuto. Saman non è da sola e non sarà mai da sola. A prescindere da quello che accadrà”.

Al suo fianco anche diversi sindaci, assessori e consiglieri comunali, ma anche parlamentari reggiani ed esponenti di diverse religioni che hanno voluto mostrare vicinanza e solidarietà al paese, stringendosi attorno alla comunità in questi giorni di grande apprensione per le sorti della ragazza.

Le indagini

Intanto, la Procura di Reggio Emilia sta indagando per omicidio perché pensa che la giovane possa essere stata uccisa. I carabinieri – che stanno continuando le ricerche per trovare l’eventuale corpo – sono entrati in possesso di un filmato delle telecamere di sorveglianza in cui, la sera del 29 aprile scorso, si vedono tre uomini allontanarsi con due pale, un secchio contenente un sacchetto e un piede di porco, verso il retro dell’abitazione della famiglia della 18enne per poi fare ritorno due ore dopo.

Nel registro degli indagati ci sono al momento madre, padre e zio. Ma non si esclude che l’indagine possa essere allargata ad altri componenti del nucleo familiare. Attraverso una rogatoria internazionale si sta cercando di rintracciare i genitori della giovane, che sono rientrati improvvisamente in patria i primi di maggio senza dare preavviso a nessuno in Italia.

Il caso

Saman Abbas era arrivata a Novellara a 14 anni dopo che il padre – assunto da oltre dieci anni in un’azienda agricola che produce cocomeri – ha ottenuto il ricongiungimento familiare. Ha frequentato e finito le scuole medie in paese. Poi la famiglia non l’ha iscritta alle superiori, nonostante lei – da quello che si sa – volesse studiare e sognasse di fare il medico.

Nell’ottobre scorso e quando era ancora minorenne, la ragazza ha denunciato i genitori per averle combinato un matrimonio con un cugino. Si era rivolta agli assistenti sociali e nelle settimane successive era stata portata in una comunità protetta del bolognese. Ad aprile, ormai maggiorenne, la giovane ha deciso di tornare a casa. Il 5 maggio i carabinieri hanno bussato alla sua porta per notificarle un atto, ma non hanno trovato né lei, né i genitori, che si verrà poi a scoprire essere partiti giorni prima per il Pakistan, improvvisamente e senza preavvisi forniti al datore di lavoro del padre.

All’inizio si fa largo l’ipotesi del sequestro di persona, ma dalle liste di imbarco all’aeroporto di Malpensa risultano i genitori, ma non Saman. Il telefonino è spento. “Spero che sia viva e che abbia trovato delle persone che l’hanno aiutata”, ha detto la sindaca Elena Carletti.

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