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Covid, verso il nuovo decreto e Dpcm: Draghi convoca le Regioni oggi. Stop agli spostamenti tra regioni

Draghi al lavoro per un nuovo decreto e Dpcm per arginare i contagi Covid: cosa cambia? La bozza delle misure

Verso un nuovo decreto e Dpcm per arginare i contagi Covid in Italia. Nella serata di oggi, 21 febbraio, il premier Mario Draghi incontrerà i governatori delle Regioni italiane per discutere delle nuove misure che dovranno essere approvate nel consiglio dei ministri di domani, lunedì 22 febbraio.

La riunione decisa dai ministri della Salute Roberto Speranza e degli Affari Regionali Mariastella Gelmini è fissata per le 19 di oggi. Lo spostamento tra le Regioni, anche in zona gialla, dovrebbe essere vietato fino alla fine di marzo. Ma cosa cambia? Ecco la bozza del documento che sarà discusso questa sera.

Nuovo decreto e Dpcm Draghi: cosa cambia? La bozza

“Le Regioni e le Province autonome ritengono priorità assoluta la campagna vaccinale. Il meccanismo sta andando troppo a rilento, e questo non per disguidi organizzativi, strutture o, in questa fase, per indisponibilità della popolazione: il problema adesso risiede nell’approvvigionamento delle dosi, che dipende dal Governo.

Spetta al Governo, quindi, impostare la nuova strategia per reperire un numero di dosi vaccinali adeguato e, a tal proposito, le Regioni e le Province autonome assicurano la loro più totale disponibilità, nelle forme e nei modi che si riterranno opportuni, a collaborare. In relazione all’esigenza di acquisire un maggior numero di vaccini, inoltre, sarebbe auspicabile e urgente una valutazione circa il diretto coinvolgimento delle nostre aziende nel processo produttivo, tenendo presente che vi sono aziende e filiere nazionali in grado di realizzare alcune fasi della produzione.

Si ritiene, inoltre, necessario anche cogliere l’occasione per valutare il riposizionamento sul piano industriale delle aziende produttrici sia per l’Europa sia per l’Italia”.

Regioni: “I provvedimenti vanno comunicati prima”

Secondo i governatori “al fine di garantire certezza al Paese sulle misure che investono le attività economiche e la vita dei cittadini, è necessario rivedere la tempistica per l’adozione dei provvedimenti di classificazione delle zone e delle relative ordinanze.

Occorre che siano conosciute con congruo anticipo dai cittadini e dalle imprese dei diversi territori regionali. Occorre, altresì, poter procedere ad una programmazione delle attività anche attraverso una diversa organizzazione dell’esame dei dati della cabina regia, delle ordinanze e della relativa decorrenza”.

Revisione dei parametri

Le Regioni chiedono un cambio di marcia anche per quanto riguarda le valutazioni: “Si ritiene indispensabile procedere ad una revisione dei parametri e alla contestuale revisione del sistema delle zone, nel senso della semplificazione, che passi funzionalmente anche da una revisione dei protocolli per la regolazione delle riaperture, in senso anche più stringente laddove necessario.

Occorre in questa fase un cambio di passo che consenta di coniugare le misure di sicurezza sanitaria con la ripresa economica e delle attività sociali. Sulla revisione del Rt e dei relativi parametri, la Conferenza si era già espressa, anche in termini propositivi e, pertanto, è necessario riprendere quella discussione ed approfondirla per verificare, anche dall’esperienza maturata, quali possono essere le soluzioni migliori dal punto di vista tecnicoscientifico. È evidente che se la campagna vaccinale accelera, l’Rt perde progressivamente di rilevanza, mentre la saturazione dei posti letto diventa ancor più l’elemento decisivo”.

Le misure

Scrivono i governatori: “Il presupposto per assumere decisioni valide è individuare una strategia che si fondi su elaborazioni oggettive tecnico scientifiche sulla base delle quali la politica si assumerà la responsabilità della decisione. Occorrono misure nazionali di base omogenee, come avviene nel resto del mondo, che superino l’attuale zonizzazione, salvo prevedere misure più stringenti per specifici contesti territoriali laddove i parametri rilevino significativi scostamenti.

Le limitazioni generali e quelle specifiche dovrebbero in ogni caso tener conto dell’analisi dell’esperienza sin qui condotta, valutando le restrizioni che si sono rivelate più o meno efficaci, al fine di poter meglio soppesare quali attività sia necessario chiudere o limitare anche con protocolli aggiornati”.

I ristori

In “via strutturale, lo stesso provvedimento che introduce restrizioni per il Paese e poi restrizioni particolari per singoli territori, deve anche attivare gli indennizzi e salvaguardare le responsabilità, garantendo la contestualità a prescindere da chi adotta il provvedimento.

A tal riguardo, si rende opportuno l’ampliamento della cabina di regia ai Ministri dello Sviluppo economico e dell’Economia al fine di dosare gli impatti delle decisioni sui cittadini e le imprese.

È necessario, inoltre, condividere maggiormente i provvedimenti e garantire sempre i risarcimenti sia nel caso di provvedimenti restrittivi di livello nazionale che regionale. In questo contesto appare assolutamente necessario procedere ad un chiarimento sulle competenze statali e regionali al fine di allinearne la tempistica e la relativa efficacia”.

La scuola

Nel quadro della  “situazione epidemiologica generale e territoriale, sarebbe necessario qualificare l’attività scolastica (al pari delle altre attività) con un’apposita numerazione di rischio.

Occorre, in ogni caso, implementare le forme di congedo parentale nonché prevedere ulteriori risorse economiche a sostegno dei genitori, nel caso di chiusura delle scuole di ogni ordine e grado per aggravamento della situazione epidemiologica”.

Poi sarà affrontato il tema relativo alle misure restrittive e alle eventuali nuove differenziazioni dei colori su base provinciale. Il  governo potrebbe cercare di agire a livello provinciale e comunale, facendo scattare le zone rosse dove ci sono focolai e nei Comuni limitrofi.

La zona arancione nazionale

Bocciata dalle Regioni invece l’ipotesi di una “zona arancione nazionale” da rispettare per alcune settimane, di cui si era parlato per poter tenere sotto controllo la diffusione delle varianti del Covid.


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