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Cosa prevede il nuovo decreto Giustizia approvato in Consiglio dei Ministri: scomparsa la norma ‘bavaglio’ per i magistrati

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Foto del Consiglio dei Ministri

Cosa prevede il nuovo decreto Giustizia approvato in Consiglio dei ministri, scomparsa la norma “bavaglio” per i magistrati. L’approvazione è giunta nella serata di ieri, venerdì 29 novembre.

Cosa prevede il nuovo decreto Giustizia, approvato in Consiglio

Il decreto Giustizia, approvato ieri sera dal governo Meloni durante il Consiglio dei ministri, era atteso principalmente per due motivi: una disposizione riguardante la cybersicurezza e un’altra che avrebbe limitato la libertà dei magistrati di esprimere pubblicamente le proprie opinioni. Tuttavia, entrambe le norme sono state eliminate dal testo finale.

Il Consiglio dei ministri ha dato il via libera al nuovo decreto Giustizia, ma, considerando il lungo tempo di elaborazione, i contenuti risultano piuttosto esigui. Il commissario straordinario per l’edilizia carceraria rimarrà in carica fino al 31 dicembre 2026, le procedure per la costruzione di nuovi penitenziari saranno semplificate e ci sarà un maggiore controllo sul funzionamento dei braccialetti elettronici, in risposta a diversi episodi di cronaca che hanno evidenziato problemi nel sistema. Sono state escluse le norme più controverse: una che avrebbe rafforzato il controllo sulla cybersicurezza ampliando i poteri della Direzione nazionale antimafia, e un’altra che avrebbe limitato la possibilità per i magistrati di esprimere opinioni sui temi di loro competenza.

La questione più controversa riguardava proprio quest’ultima proposta, considerata dai critici come un vero e proprio ‘bavaglio’ per la magistratura. In sostanza, i magistrati avrebbero dovuto astenersi dal trattare fascicoli relativi a temi sui quali avessero già espresso un’opinione pubblicamente, anche in passato. Nella bozza precedente del decreto, i termini erano molto vaghi: si menzionavano sanzioni per coloro che non si astenessero “per gravi ragioni di convenienza”. Tuttavia, sarebbe stato il ministero della Giustizia a determinare quali fossero queste “gravi ragioni”.

Scomparsa la norma ‘bavaglio’ per i magistrati

In sintesi, c’era il rischio che un magistrato, che in passato avesse partecipato a un convegno o a un dibattito sui social esprimendo un’opinione diversa da quella del governo su un determinato argomento, fosse costretto a non trattare più quel tema nel suo lavoro. Non è un caso che la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, abbia più volte criticato i giudici della sezione Immigrazione del Tribunale di Roma, i quali hanno preso decisioni riguardanti il trattenimento di migranti portati in Albania, sostenendo che alcuni di questi magistrati avevano in passato manifestato posizioni contrarie a quelle del governo.

Alla fine, forse per timore di un intervento del Quirinale su una norma considerata troppo vaga e punitiva (almeno secondo quanto riportano vari retroscena), il governo ha deciso di fare un passo indietro riguardo ai magistrati. È stata annullata anche un’altra norma, ispirata ai recenti casi di presunti dossieraggi.

Questa norma prevedeva alcuni articoli che avrebbero conferito alla Direzione nazionale antimafia i poteri di “impulso” e di coordinamento nelle indagini sulla cybersicurezza. Anche in questo caso, si trattava di una reazione a eventi di cronaca, su cui il governo aveva annunciato interventi decisi.

Tuttavia, quegli articoli non sono presenti nella versione finale del decreto. È probabile che la loro esclusione sia stata influenzata anche dall’opposizione di Forza Italia. Nelle ore successive al Consiglio dei ministri, il capogruppo al Senato di FI, Maurizio Gasparri, ha lodato questa scelta: “È saggia la decisione di non ampliare i poteri della Procura nazionale”. Secondo il senatore, la Dna deve tornare all’idea originaria di Falcone e deve essere corretta da malfunzionamenti e degenerazioni. “I magistrati che hanno fatto parte di quella Dna si stanno accusando a vicenda. Non so chi sia il colpevole, ma la struttura deve essere rifondata, non potenziata”.

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