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Cosa c’è nel nuovo Piano pandemico del governo Meloni: lockdown, scuole chiuse e Dpcm

Nuovo piano pandemico 2024-2028 alle battute finali. Governo e Regioni sono alla fase conclusiva della stesura del documento su cui si dovrà siglare l’accordo in sede di Conferenza Stato Regioni. Il vecchio Piano scade il 24 gennaio prossimo. Il nuovo documento, che tiene conto delle indicazioni pubblicate dall’Oms nel 2023, presenta delle novità rispetto al precedente: il Piano, si legge nella nota di sintesi, “estende il perimetro ai patogeni a trasmissione respiratoria a maggiore potenziale pandemico, presenta una durata quinquennale e definisce un approccio metodologico che può essere applicato a pandemie con diverse caratteristiche epidemiologiche in termini di trasmissibilità, patogenicità e impatto sulla salute e sui servizi sanitari”.

In cosa consiste il nuovo piano pandemico del governo italiano

Nelle azioni di contrasto a una pandemia il piano, di cui l’ANSA ha potuto visionare una bozza, considera i vaccini “le misure preventive più efficaci, contraddistinte da un rapporto rischio-beneficio significativamente favorevole”. Inoltre prevede che in condizioni emergenziali, possa diventare “necessario imporre limitazioni alle libertà dei singoli individui al fine di tutelare la salute della collettività“, precisando che “eventuali restrizioni alla libertà individuale devono rimanere in vigore solamente lo stretto necessario ed essere proporzionate sia alla probabilità sia all’entità dell’evento, affinché i rischi e i danni che potrebbero derivare per i singoli individui siano contenuti e inferiori al beneficio collettivo auspicato”.

Cinque i principali obiettivi fissati: ridurre gli effetti di una pandemia da patogeni a trasmissione respiratoria sulla salute della popolazione, riducendone la trasmissione, la morbilità e la mortalità; consentire azioni appropriate e tempestive per il coordinamento a livello nazionale e locale delle emergenze; ridurre l’impatto della pandemia sui servizi sanitari e sociali e garantire la continuità dei servizi essenziali; tutelare la salute degli operatori sanitari e del personale coinvolto nella gestione dell’emergenza; informare, coinvolgere e responsabilizzare la comunità nella risposta ad una pandemia da agenti patogeni respiratori.

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