Nella giornata di lunedì 5 agosto a Reggio Calabria è deceduto Omar Bassi, un ragazzo di soli ventitré anni, in vacanza nella città calabrese. Il giovane, residente a Bollate (Milano), è morto a causa di un’emorragia cerebrale. Tuttavia, diversi giorni prima, Bassi era stato aggredito da alcuni buttafuori in una discoteca di Origgio, comune della provincia di Varese.
Omar Bassi morto a Reggio Calabria, la famiglia denuncia aggressione da parte di buttafuori
Il 20 luglio scorso, Bassi aveva partecipato a una festa per il compleanno di un cugino. Durante la serata, due ragazzi di un tavolo vicino hanno iniziato a litigare. Un amico di Bassi ha osservato la scena ed è stato invitato a non immischiarsi. Poco dopo, i bodyguard sono intervenuti e avrebbero iniziato a colpire indiscriminatamente. Anche il fratello minore di Bassi è stato aggredito. A quel punto, Bassi è intervenuto dando un pugno a un buttafuori, che insieme ad altri quattro colleghi, lo ha aggredito brutalmente: “Erano cinque contro uno, lo hanno massacrato mentre altri tenevano lontani tutti noi. Una scena terribile“, ha raccontato la cugina del ragazzo al quotidiano La Prealpina.
I genitori di Bassi sono arrivati sul posto e lo hanno portato all’ospedale Sacco di Milano. Dopo due ore di attesa, Bassi ha preferito tornare a casa. Due giorni dopo, si è recato in un altro ospedale della provincia di Milano dove è stato dimesso con codice verde. La diagnosi riportava “esiti da contusioni multiple al viso, ferita lacero contusa della mucosa orale e trauma contusivo cranico”, con tre giorni di prognosi e paracetamolo prescritto come trattamento.
Il decesso
La notte tra il 2 e il 3 agosto, Bassi è partito per la Calabria. Il 5 agosto, mentre faceva la doccia, ha avuto un malore. I genitori lo hanno trovato accasciato a terra e hanno chiamato il 118. Trasferito all’ospedale Riuniti, una TAC con liquido di contrasto ha rilevato la morte cerebrale.
I genitori di Bassi hanno sporto denuncia contro i buttafuori, identificati dai testimoni, e contro i medici della seconda struttura ospedaliera che lo aveva dimesso con codice verde: “Se non l’avessero picchiato e se i medici si fossero accorti della gravità dei traumi, Omar sarebbe ancora con noi”, ha ribadito la cugina. È stata disposta l’autopsia e gli atti giudiziari sono stati trasmessi alla Procura di Busto Arsizio per competenza territoriale.