Si è tenuta la prima udienza del processo che vede imputato Giovanni Padovani, il 27enne accusato dell’omicidio dell’ex Alessandra Matteuzzi a Bologna: sarebbe stato ascoltato anche un vocale nel quale la madre del killer insulta la giovane donna.
Omicidio Matteuzzi a Bologna, la madre del killer insulta Alessandra in un vocale
Si è tenuta ieri la prima udienza del processo contro Giovanni Padovani, il 27enne che il 23 agosto dell’anno scorso uccise l’ex a martellate a Bologna. In aula è stata anche sentita la madre Virginia Centini che ha provato a difenderlo, parlando anche di un tentativo di suicidio del figlio. Ascoltato un messaggio vocale nel quale la donna si scaglia con violenza contro la compagna del figlio: “Proprio questa dovevi incontrare?”.
Il messaggio vocale
Agli atti dell’inchiesta è stato ascoltato un messaggio della madre del killer nel quale la donna si scaglia con violenza contro la donna. L’audio è pieno di insulti tra i quali abbondano quelli sessisti. Risalirebbe a un mese esatto prima della morte.
“Ormai devi chiudere con questa qui, spero ti dia la tua roba. Tu stai calmo, non la chiamare adesso. Casomai aspetta che ti richiami lei, non lo so. Però te non la chiamare”, dice la donna nel messaggio, probabilmente dopo l’ennesimo litigio tra i due. E aggiunge: “Ma proprio questa dovevi andare a incontrare? Questa è il diavolo in persona, pensa che ci ha comprato, con le vestagliette a tua nonna, le camicette a me e i vestitini a te. Hai ragione, Giovanni”.
Le parole della madre nell’interrogatorio
“Alessandra mi ha detto che aveva paura, che non voleva morire. Ma era un contesto particolare, di alti e bassi della loro storia d’amore, basata su una forte attrazione reciproca, ma da parte di due mondi incompatibili. Era impensabile per me che sarebbe finita così, con una tragedia così. Giovanni non è quella persona, non mi sarei mai immaginata”, ha detto invece in aula la madre di Padovani.
“Io gli dicevo: ‘Giovanni lascia perdere, stai nel tuo’. Non trovava più pace, dopo che lui e Alessandra si erano lasciati, ogni cinque minuti mi telefonava per vedere se l’avevo sentita o se sapevo se stava con altre persone – ha raccontato la donna -. Voleva che la chiamassi e cercassi di capire dai rumori intorno a lei, dove si trovava, ad esempio nel bar dei cinesi, e se era con qualcuno”.