“Uccidere ex a sprangate”, “Come stordire una persona con una mazza”, “Pena omicidio volontario”: sono solo alcune delle ricerche web di Giovanni Padovani, accusato dell’omicidio dell’ex Alessandra Matteuzzi. Tutta la cronologia che può condurre a far chiarezza su quando avvenuto sono elencate nella consulenza tecnica informatica depositata da Angelo Musella. Le ricerche pare siano state fatte da inizio giugno scorso fino a poco prima il delitto.
Omicidio Alessandra Matteuzzi, le ricerche web dell’ex Padovani
Secondo una prima dinamica, l’uomo si sarebbe presentato sotto casa della donna e l’avrebbe aspettata fino al rientro della vittima dove sarebbe stata presa di sorpresa e colpita a morte con un martello e una panchina.
Non sarebbe un caso, né un raptus dovuto probabilmente alla gelosia che lo stesso provava per l’ex fidanzata. No, secondo la consulenza tecnica informatica, è emerso che Padovani avrebbe fatto ricerche sul web che possono condurre proprio all’omicidio. Quindi pare sia stato proprio volontario il gesto folle.
“Uccidere la ex a sprangate”
La cronologia web, infatti, sarebbe emerso che Giovanni Padovani avrebbe ricercato da inizio giugno scorso fino a poco prima del delitto, avvenuto la notte del 23 agosto a Bologna, frasi del tipo: “Uccide ex a sprangate”, “Come stordire una persona con una mazza”, “Pena omicidio volontario”.
Sono 300 le pagine di elaborato secondo cui il killer ha cercato di capire quanto sarebbe potuto rimanere in carcere. Dalle pagine si notano anche frasi del tipo: “stalking e violenza sulle donne quanti anni di reclusione”, “pagare delle persone per picchiare”, “che condanna c’è per rapimento”, “dove colpire una persona in testa per farla svenire”, “posto migliore per nascondersi con una persona morta”, “dove è più difficile rintracciare un cadavere”, “con un colpo alla testa forte con una spranga riesce poi a urlare”, “accoltellamento pena” e altre sul genere.
Oltre al carcere e a come ucciderla, ci sarebbero anche ricerche su dove scappare. Ecco la cronologia: “Si può usare il cellulare in carcere”, “quante volte si può andare a trovare un detenuto” e “stati dove non valgono le leggi italiane”. Due giorni prima del delitto avrebbe anche ricercato: “per andare in Albania serve il passaporto” o “stati dove non conta la pena di morte”.