Cronaca

Uccise la sorella Alice, Alberto Scagni seminfermo di mente: può puntare a uno sconto di pena

Uccise sua sorella Alice: Alberto Scagni seminfermo di mente. Lo ha stabilito Elvezio Pirfo, il perito del giudice

Uccise sua sorella Alice: Alberto Scagni seminfermo di mente. Lo ha stabilito Elvezio Pirfo, il perito del giudice per le indagini preliminari Paola Faggioni, che ha depositato la sua relazione che verrà discussa il 3 novembre. La sera del 1 maggio scorso Scagni, 42 anni, uccise con 19 coltellate la sorella minore Alice, mamma di un bambino di un anno e quattro mesi.

Omicidio di Alice Scagni, il fratello seminfermo di mente

“Alberto Scagni – è quanto trapela da fonti investigative – è portatore fin dalla prima età adulta di un grave disturbo di personalità di tipo antisociale, narcisistico e borderline complicato da un disturbo di poliabuso di sostanze psicoattive (alcol e cannabis). Non è affetto da schizofrenia. Al momento dell’arresto non era in condizione critica da astinenza da sostanze psicoattive da fare ipotizzare l’esistenza di una cronica intossicazione“.

Può comunque sostenere un processo per l’omicidio di sua sorella: “Scagni ha una infermità mentale per cui la sua capacità di intendere e volere risultava grandemente scemata ma non del tutto esclusa. È capace di stare in giudizio”. A difendere Alberto Scagni ci sono gli avvocati Elisa Brigandì e Maurizio Mascia, che potranno puntare a uno sconto di pena. Non è escluso che Scagni possa farsi interrogare e alla luce dell’interrogatorio i suoi legali potranno chiedere in futuro una nuova perizia. 

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