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Omicidio Civitanova Marche, lo sfogo della moglie di Alika: “Nessuno lo ha aiutato perché di colore”

C’è tanto dolore e sgomento per l‘omicidio di Alika Ogochukwu, l’ambulante nigeriano ucciso di botte lo scorso venerdì, in pieno centro a Civitanova Marche da Filippo Ferlazzo, il 32enne originario della provincia di Salerno. “Se per terra ci fossero stati due bianchi, la gente sarebbe intervenuta. Ma invece mio marito era nero e quindi nessuno lo ha aiutato”. Sono queste le parole piene di dolore di Charity Oriakhi, la moglie di Alika Ogochukwu. E aggiunge: “L’assassino dice di essere pazzo, ma io non ci credo. I pazzi non vanno in giro liberi a fare shopping”, ha detto la donna in un’intervista a La Stampa.

Omicidio di Alika a Civitanova Marche, lo sfogo della moglie Charity

Charity e Alika vivevano nel piccolo comune di San Severino Marche da ormai diversi anni. Qui avevano deciso di crescere il loro unico figlio, Emmanuel, otto anni, dopo aver vissuto in diverse città d’Italia. Nel Paese Charity è arrivata su un barcone ancor prima di Alika: “Ci siamo conosciuti a Prato, dieci anni fa – racconta la 39enne – Al tempo io lavoravo come badante a Ferrara e quindi facevo avanti e indietro da Prato con il treno. Poi siamo andati a stare insieme a Padova, dove è nato nostro figlio. Quando Emmanuel aveva sei mesi siamo venuti qui a San Severino Marche. La nostra era una vita semplice ma eravamo felici”.

La storia

 “Il 29 giugno scorso abbiamo festeggiato tre anni di matrimonio. Ci siamo sposati in Comune qui a San Severino. Io avevo messo il vestito bianco, lui un abito elegante come si usa in Italia. Poi abbiamo festeggiato con gli amici, vestiti con i nostri costumi tipici della Nigeria”. Di Alika Charity ricorda soprattutto la bontà: “Mio marito è stato ammazzato in modo crudele e dire che era tanto buono, tanto gentile. La sera quando rientrava portava sempre qualcosa: biscotti, dolci, gelati. E adesso invece non vedrò più il suo sorriso“. La mente va a quel momento atroce: “Sto troppo male al pensiero di come ha sofferto mio marito mentre veniva ammazzato di botte”.


 

Charity Oriakhi, la moglie di Alika

L’autopsia

Alika Ogurchukwu, il 39enne ambulante nigeriano, è morto per schiacciamento del corpo, da cui probabilmente è scaturito anche un soffocamento. È quanto emerge dai primi risultati, giunti nella giornata di ieri 2 agosto, dell’autopsia effettuata oggi sul corpo del 39enne ucciso lo scorso venerdì a Civitanova Marche. Ancora non è chiaro se lo schiacciamento abbia causato traumi di organi vitali decisivi per il  decesso.

Omicidio a Civitanova Marche: cos’è successo

Ferlazzo ha colpito più volte la vittima con una stampella che quest’ultimo, usava per camminare dopo un incidente avvenuto lo scorso anno. L’uomo di 39 anni era stato investito da un ubriaco mentre si trovava in bici. Quando è caduto a terra, il 32enne salernitano gli è salito sopra tenendogli la testa schiacciata per terra. Il salernitano è stato successivamente arrestato per omicidio e rapina, perché ha anche rubato il cellulare dell’ambulante prima di allontanarsi.

Chi è la vittima

La vittima si chiamava Alika Ogorchukwu, un ambulante 39enne nigeriano.Secondo le prime informazioni, quest’ultimo lo avrebbe colpito con una stampella. All’episodio hanno assistito diverse persone, dato che è avvenuto lungo il corso principale di Civitanova Marche.

Secondo alcuni negozianti, l’ambulante era una presenza abituale in quella zona e sarebbe stata sua la stampella usata per colpirlo. Ogorchukwu abitava a San Severino ma spesso si spostava a Civitanova per raccogliere qualche soldo in più.


 

La vittima

Chi è il salernitano Federico Ferlazzo

Filippo Ferlazzo, operaio di origine campana, vive a Civitanova Marche da diverso tempo. Ha diversi precedenti penali. La madre di Filippo Ferlazzo, l’uomo che ha ucciso un ambulante a Civitanova Marche, ha affermato che il figlio è affetto da sindrome bipolare. La donna ha rilasciato un’intervista a Fanpage dove ha dichiarato quanto sia stato difficile vivere con lui, soprattutto nel periodo adolescenziale.

Il ricovero per Tso a Salerno

Dopo l’omicidio dell’ambulante, per Filippo Ferlazzo sarà richiesta la perizia psichiatrica, dall’avvocato difensore Roberta Bizzarri. Il 32enne salernitano già in passato è stato sottoposto a Tso, l’ultima solo un anno fa.

Il calvario di Ferlazzo inizia da adolescente, quando comincia un ciclo di cure di due anni in una comunità di Lecce per liberarsi dalla tossicodipendenza. Successivamente è sottoposto a un Tso a Salerno per sindrome bipolare con comportamenti psicotici e disturbo borderline di personalità.

La madre è stata nominata dal tribunale di Salerno sua amministratrice di sostegno, una sorta di tutor che doveva controllare i suoi eccessi. Ma lo scorso anno il 32enne ha deciso di trasferirsi nelle Marche. Ma anche qui, proprio a Civitanova, era finito due volte al pronto soccorso: la prima era fuggito dall’ospedale, la seconda l’avevano accompagnato i poliziotti ed era stato visitato da uno psichiatra.

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