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Omicidio Angelo Vassallo, nuove accuse per i carabinieri arrestati: altre rivelazioni grazie alla testimonianza dell’ex camorrista Francesco Casillo

Nuove accuse per i carabinieri arrestati in quanto accusati dell’omicidio del sindaco pescatore Angelo Vassallo: a gettare nuova luce sul caso è la testimonianza di Francesco Casillo, un ex camorrista che ha collaborato a fasi alterne con la giustizia. Lo riporta InfoCilento.

Omicidio Angelo Vassallo, nuove accuse per i carabinieri arrestati

Un nuovo elemento si aggiunge al complesso quadro delle indagini sull’omicidio di Angelo Vassallo, che coinvolge anche due carabinieri, tra cui il colonnello Fabio Cagnazzo. A fare luce sulla vicenda è la testimonianza di Francesco Casillo, un ex camorrista che ha collaborato in modo intermittente con la giustizia.

Le accuse di Casillo

In un verbale inedito del 2018, Casillo ha dichiarato che nel 2008 il brigadiere Lazzaro Cioffi e il colonnello Cagnazzo gli avrebbero offerto di collaborare con loro in cambio di protezione. In sostanza, il camorrista avrebbe dovuto fornire informazioni per facilitare l’arresto di membri di un altro clan, in cambio della tutela del suo gruppo. Tuttavia, Casillo ha rifiutato questa proposta in due occasioni distinte.

Le accuse di Casillo non si limitano a questo. L’uomo afferma che, dopo aver rifiutato le loro richieste, i due carabinieri avrebbero orchestrato il sequestro del suo yacht ad Acciaroli, un’azione che non avrebbe ricevuto la convalida del giudice. Queste nuove rivelazioni sono contenute in un’ampia informativa dei Ros di Roma, inviata alla Dda di Salerno lo scorso luglio. Il documento, che include anche altre dichiarazioni di collaboratori di giustizia, delinea un quadro preoccupante di un presunto sistema di corruzione e collusioni tra le forze dell’ordine e la criminalità organizzata.

“Nell’ambiente criminale era ben noto che il gruppo di Castello di Cisterna e gli uomini di Cagnazzo fossero dei veri delinquenti, un clan all’interno della caserma.” Queste sono le parole di Casoli. I pubblici ministeri di Salerno, basandosi su queste testimonianze, hanno ipotizzato che Cagnazzo e Cioffi fossero direttamente coinvolti in un traffico di droga ad Acciaroli e che avessero ordinato l’omicidio di Vassallo per evitare di essere scoperti. Tuttavia, rimangono molte domande senza risposta: quanto sono attendibili le accuse di Casillo e dell’altro ex collaboratore di giustizia, Romolo Ridosso, che ha anch’egli accusato i due carabinieri?

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