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Omicidio Angelo Vassallo, parla il figlio Antonio: “Primi passi verso la verità, siamo solo all’inizio. Tra i colpevoli c’è anche chi avrebbe dovuto difenderci”

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Antonio Vassallo, figlio di Angelo - Foto del Mattino

Parla il figlio di Angelo Vassallo, il sindaco di Pollica vittima di un omicidio, Antonio Vassallo: «Primi passi per la verità, ma siamo solo all’inizio. Lo Stato esiste: tra i presunti colpevoli c’è anche chi avrebbe dovuto difenderci». Lo riporta Il Mattino.

Omicidio Angelo Vassallo, parla il figlio Antonio

«Finalmente! Abbiamo atteso a lungo questo giorno. È un passo significativo verso la verità», afferma Antonio Vassallo, figlio di Angelo, il sindaco assassinato nel 2010. «Eravamo già a conoscenza dei nomi e del contesto in cui è avvenuto l’omicidio di mio padre, ma ora abbiamo la conferma. Il filone investigativo è quello corretto: è legato al traffico di droga. Mio padre aveva scoperto questa situazione e stava cercando di combatterla. Ma, cosa ancora più rilevante, abbiamo dei nomi, persone già arrestate e note da tempo nelle indagini. Possiamo affermare che una parte significativa della verità è stata finalmente svelata».

Al momento della notizia “ero insieme a mia madre quando sono arrivate le prime telefonate e abbiamo iniziato a leggere le prime notizie su diversi siti di informazione. In un certo senso, non mi ha colto del tutto di sorpresa, poiché abbiamo ricevuto la conferma ufficiale su questioni che avevamo già appreso nel corso degli anni attraverso le indagini.”

I punti interrogativi

“Ci sono ancora alcune domande che solo gli inquirenti potranno chiarire. Riceviamo le notizie attraverso i giornali. Possiamo solo continuare a sperare, come abbiamo fatto in questi 14 anni, che presto giungano tutte le risposte necessarie per comprendere appieno ciò che è successo e il motivo di quanto accaduto in quella tragica sera.” Ma non si sa ancora chi ha premuto il grilletto. «Questa è una delle numerose domande che, fino ad ora, non hanno trovato risposta. Tuttavia, voglio sottolineare che siamo solo all’inizio. Abbiamo dei nomi e delle persone in stato di arresto, e ora procederemo con ulteriori indagini per chiarire meglio quanto è successo.»

«Sono stati anni difficili, durante i quali abbiamo frequentemente temuto di non scoprire mai la verità. Abbiamo avuto l’impressione, in diverse occasioni, che qualcuno potesse ostacolare le indagini, poiché alcune persone che rappresentano lo Stato sembravano in grado di deviare il corso della giustizia.»

«Tutto ciò che è stato fatto per ostacolare le indagini, alle azioni messe in campo prima e subito dopo l’omicidio di mio padre, quando per esempio sono state smontate le telecamere. Sicuramente fa male sapere che le indagini siano state rallentate proprio da una persona, da questo colonnello Cagnazzo, di cui non si sospettava e che veniva elogiata anche in maniera straordinaria. Molte cose non sono state dette proprio per rallentare le indagini. Era davvero tutto molto strano». «Non le posso nascondere che fa male sapere che tra i presunti colpevoli ci sono persone che dovrebbero difenderci. Ma oggi (ieri per chi legge, ndr) ci è stata data la conferma che lo Stato esiste, che queste persone sono state arrestate e che il lavoro fatto non è stato vano».

«Questa è certamente una vittoria e dovremmo sorridere, festeggiare. Abbiamo sempre chiesto solo una cosa: la verità. Oggi ci è stata finalmente consegnata una parte importante di questa verità, e vogliamo ringraziare chi ha lavorato con impegno su questo caso. Speriamo ora di poter avere presto il quadro completo di ciò che è successo e delle ragioni dietro a tanti anni di dolore».

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