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Omicidio Arcangelo Correra, parla lo zio Gaetano: “Non aveva nemici, amava il calcio, non le armi. Averlo perso ci distrugge”

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Arcangelo Correra

Mentre gli inquirenti continuano ad indagare sull’omicidio di Arcangelo Correra, avvenuto questa notte, sabato 9 novembre, a Napoli: parla lo zio del 18enne assassinato forse per un colpo di pistola esploso per errore, Gaetano. “Non aveva nemici, amava il calcio, non le armi. Averlo perso ci distrugge”, dice.

Omicidio Arcangelo Correra, parla lo zio Gaetano: “Non aveva nemici”

Gaetano Cuomo è in lacrime. Lo zio di Arcangelo Correra, ucciso a soli 18 anni in via Tribunali a Napoli, è incredulo. Risponde alle domande, sottolineando un punto fondamentale: il nipote non era una persona di malaffare. La dinamica che ha portato alla morte del giovane, senza precedenti penali e originario del centro storico, è ancora da chiarire completamente. «Casa, calcio, amici. È tutto. E ovviamente la scuola. La parola “nemico” non esisteva nel vocabolario di Arcangelo. È ciò che fa più male, perché se hai un parente che ha fatto del male a qualcuno, puoi trovare una spiegazione, ma in questo caso no, è devastante. Non c’è alcuna giustificazione. Questo è ciò che fa ancora più male».

Racconta poi la sequenza degli eventi che hanno portato al ferimento e alla successiva morte del nipote, appena diciottenne: «Lui si trovava in piazzetta, come faceva di solito con gli amici. Non si conosce il motivo, non si sa nulla; è possibile che stessero giocando con una pistola. Così dicono, ma non ne sono certo, lui non era il tipo da giocare con armi. Ripeto, non ha mai mostrato segni di comportamenti del genere. Nella vita si arrangiava con qualche lavoretto, sempre con rispetto e dignità – conclude. – Arcangelo amava molto giocare a pallone, fin da piccolo, e basta, non c’erano litigi, niente di tutto ciò; il suo unico amore era per la famiglia e per il calcio».

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