Omicidio al bancomat di Lecce, la moglie di Caramuscio: “Ho visto Giovanni crollare a terra, sono corsa verso di lui, ho cercato di aiutarlo a rialzarsi. Ma lui era ormai morto. Non ci credevo. E non ci credo ancora adesso”, si dispera Anna Quarta.
Omicidio al bancomat di Lecce, il dolore della moglie di Caramuscio: cosa è successo
Come riporta “Il Corriere della Sera“, Caramuscio, 69 anni, pensionato, ex direttore della locale filiale del Banco di Napoli, è stato assassinato con due colpi di pistola venerdì sera, poco dopo le 23, davanti a un bancomat di Lequile mentre con la moglie tornava a casa, nella vicinissima Monteroni, dopo una festosa cena insieme ad amici e parenti.
L’agguato al bancomat
All’uscita di Lequile ci sono due banche, la Bcc di Leverano e il Banco di Napoli e Giovanni ha detto ad Anna: “Fermiamoci un attimo qui, prelevo qualche soldo”. “Lo facciamo domani, dai” gli ha risposto Anna, svogliata. Ma Giovanni ha insistito e ha anche preso un po’ in giro Anna, mentre entrambi scendevano dall’auto: “Vedi, se tu sapessi usare il bancomat non sarei costretto a farlo sempre io. Guarda, è semplice, devi solo pigiare sui tasti questi numeri, il codice segreto… E se domani non ci fossi più io, come faresti, eh?”. Anna: “Va bene, un’altra volta”, e intanto ha aspettato accanto all’auto che il marito effettuasse il prelievo di contante.
L’aggressione
Poi l’aggressione a Giovanni, alle spalle, di due uomini, uno dei quali della stessa stazza fisica dell’ex direttore di banca, entrambi con il volto coperto da comuni mascherine anti Covid.
Giovanni Caramuscio istintivamente ha reagito e ha spintonato quello dei due banditi che aveva cercato di immobilizzarlo, tenendolo per il collo con la morsa del braccio destro, ma la reazione gli è stata fatale. Uno dei due aggressori era armato e gli ha scaricato addosso cinque proiettili.
La fuga
I due banditi scappano, qualcuno chiama il 112, arrivano i carabinieri, un’ambulanza, poi anche il sindaco di Monteroni, Mariolina Pizzuto, che è anche cugina di Anna.
L’arresto di uno dei banditi
Le prime indagini sono state rapidissime e hanno portato al rinvenimento dell’arma del delitto: era nascosta in un vaso dell’abitazione del presunto assassino, che vive in un appartamento popolare non distante dai due istituti bancari.
Le immagini delle telecamere di sorveglianza e il racconto di Anna hanno messo assieme elementi sufficienti per fermare un albanese di 31 anni, Mecaj Paulin, che ora è accusato di omicidio aggravato dal fine di rapina, ricettazione e detenzione illegale di arma da fuoco.
Il complice
Il complice, ignoto ma probabilmente ancora per poco. Mecaj Paulin avrebbe anche tentato di disfarsi degli indumenti che indossava al momento del delitto gettandoli in un pozzo, ma le telecamere lo avrebbero filmato mentre premeva il grilletto come un invasato, quasi fosse in preda a uno stato di alterazione da stupefacenti.
Fonte: Il Corriere della Sera