Svolta nell’omicidio di Nicola Manzi (e nel ferimento del fratello di quest’ultimo) avvenuto nella serata di ieri lunedì 16 dicembre a Corato in provincia di Bari: eseguiti tre arresti. Ad essere sottoposti a fermo di indiziato delitto sono due giovani fratelli e la moglie della vittima.
Omicidio di Nicola Manzi a Bari, 3 arresti
Intorno alle 19 di ieri, lunedì 16 dicembre, a Corato si è verificata una sparatoria che ha portato alla morte di Nicola Manzi, 50 anni. Durante l’incidente, è rimasto gravemente ferito anche il fratello di Manzi, di 41 anni, che è stato sottoposto a un intervento chirurgico delicato in un ospedale di Bari. I due fratelli, di 22 e 18 anni, sono stati arrestati e accusati di omicidio e porto illecito di arma da fuoco. Entrambi hanno precedenti penali e sono stati trasferiti nel carcere di Trani.
La Procura di Trani ha emesso un decreto di fermo nei confronti della moglie della vittima, B.M., di 48 anni, ipotizzando i reati di tentato omicidio e porto illecito di arma da fuoco. Secondo le indagini condotte dalla Procura e dai carabinieri della Compagnia di Molfetta, la donna avrebbe raccolto la pistola del marito deceduto e avrebbe preso parte attivamente alla sparatoria, inseguendo i presunti autori del crimine e sparando alcuni colpi.
Le indagini
I carabinieri della Compagnia di Molfetta sono intervenuti sul luogo dell’incidente, successivamente supportati dal Nucleo Investigativo e dalle Sezioni Investigazioni Scientifiche del Comando provinciale di Bari, insieme agli agenti del Commissariato di pubblica sicurezza di Corato. Le indagini hanno fatto uso delle immagini provenienti dagli impianti di videosorveglianza della Polizia locale, che hanno permesso di identificare rapidamente tutte le persone coinvolte nella sparatoria. Nella notte, il pubblico ministero ha interrogato alcune persone informate sui fatti, assistito dalla polizia giudiziaria dell’Arma. Le immagini hanno fornito un valido aiuto agli investigatori nella ricostruzione dettagliata della dinamica dell’evento. Al contrario, le testimonianze e gli interrogatori raccolti immediatamente si sono rivelati di scarsa utilità.
Durante il sopralluogo in via Nicola Salvi, il luogo della sparatoria, effettuato dalla sezione scientifica dell’Arma, sono stati rinvenuti numerosi bossoli di vari calibri, sparati da armi che però non sono state trovate sul posto né in possesso delle persone fermate. Ora il gip del tribunale dovrà valutare se sussistono i presupposti per il fermo e per l’adozione di misure cautelari personali.
Il possibile movente
Nella fase iniziale delle indagini, si ipotizza che il movente possa essere legato a una vendetta o a un regolamento di conti, senza escludere la possibilità di un coinvolgimento di ambienti della malavita locale.