Cronaca

Maka Katibashvili, estradata in Italia la donna accusata di omicidio a Bari: era nell’elenco dei 100 latitanti più pericoli

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Foto della Polizia

Maka Katibashvili, estradata in Italia, è accusata di omicidio a Bari ed era inserita nell’elenco dei 100 latitanti più pericolosi. La donna, considerata legata all’organizzazione criminale georgiana di tipo mafioso conosciuta come ‘Thieves in law’, deve scontare una pena di 21 anni di reclusione in Italia, poiché ha svolto il ruolo di basista nell’omicidio di Revaz Tchuradze.

Omicidio a Bari, Maka Katibashvili estradata in Italia

Ieri, venerdì 29 novembre con il suo arrivo all’aeroporto di Fiumicino, si è conclusa la lunga latitanza di Maka Katibashvili, una georgiana di 43 anni ricercata a livello internazionale con un “Red Notice Interpol” per omicidio volontario e violazione della legge sulle armi. La donna, considerata legata all’organizzazione criminale georgiana di tipo mafioso conosciuta come ‘Thieves in law’, deve scontare in Italia una pena di 21 anni di reclusione per aver svolto il ruolo di basista nell’omicidio di Revaz Tchuradze, un connazionale ucciso a Bari il 6 gennaio 2012, in seguito a un violento conflitto tra clan georgiani per il controllo di alcune attività legali.

Le indagini e l’arresto

Le operazioni di ricerca della latitante all’estero, svolte dal Servizio per la Cooperazione Internazionale di Polizia della Direzione Centrale della Polizia Criminale, hanno rivelato la nuova identità assunta dalla fuggitiva per eludere la giustizia italiana. Dopo la sua fuga in Georgia, nel 2017, la donna aveva stipulato un matrimonio fittizio con un connazionale, cambiando cognome e ottenendo un nuovo passaporto. Sfruttando questa falsa identità, si era trasferita in Turchia, da dove inviava denaro in Georgia. Nonostante i vari inganni messi in atto, l’ottimo lavoro investigativo realizzato dallo Scip, in stretta collaborazione con la Squadra Mobile di Bari e le forze di polizia turche, ha consentito di rintracciarla e consegnarla alla giustizia. Fondamentale è stato anche il coordinamento con l’Esperto per la Sicurezza italiano in Turchia e il supporto del Ministero della Giustizia italiano nelle operazioni.

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