Giovanni Padovani, l’autore dell’omicidio di Alessandra Matteuzzi a Bologna nella serata del 23 agosto, avrebbe condiviso un post Instagram contro la violenza sulle donne. Parole che oggi stridono in maniera violenta nel pensare a cosa è accaduto. Non è un caso se sotto il post sono tantissimi i messaggi di insulti e che gli augurano il peggio.
Omicidio Bologna, Giovanni Padovani e il post contro la violenza sulle donne
Il 26enne calciatore modello killer sarebbe stato il volto di una campagna anti-violenza contro le donne: il post è datato 25 novembre 2021 con tanto di descrizione che invita alla non violenza e rispetto. Peccato che quelle stesse parole non siano state poi dimostrate con i fatti.
Lo stesso uomo, infatti, due sere fa avrebbe atteso la sua ex compagna Alessandra Matteuzzi, 56 anni, sotto casa a Bologna per poi colpirla più volte a suon di martellate e altri oggetti contundenti. La donna era ancora al telefono con la sorella quando i fatti sono avvenuti.
Il post preso d’assalto da insulti
Aveva postato, a novembre, un’immagine della sua società di allora, il Troina, con una sua immagine accanto al messaggio “Stop alla violenza di genere e in genere”, con tanto di descrizione che invita alla non violenza e rispetto. Non è un caso nemmeno che quel post sia stato inondato da insulti e messaggi di haters che gli augurano il peggio.
Omicidio a Bologna, chi è Giovanni Padovani: il calciatore killer
Si chiama Giovanni Padovani, di 27 anni ed è un calciatore e modello, l’uomo che ieri sera avrebbe ucciso la compagna Alessandra ‘Sandra’ Matteuzzi di 56 anni a martellate. La donna sarebbe stata colpita con una mazza e altri oggetti contundenti. L’uomo, arrestato, in precedenza già era stato denunciato dalla vittima e aveva ricevuto il divieto di avvicinamento che ieri è stato infranto fino a compiere l’insano gesto. Nato a Senigallia, in provincia di Ancona, il 27 enne dovrà rispondere di omicidio aggravato.
La dinamica
Secondo quanto riferito dalla Polizia, si tratterebbe del compagno della vittima. Le forze dell’ordine sono intervenute nel quartiere della donna intorno alle 21:30 per una segnalazione di una violenza lite. Padovani, secondo una prima dinamica, aspettava Sandra sotto casa da circa 2 ore. Alle 21 Sandra, come la chiamavano tutti, è arrivata e gli ha urlato di andarsene ma lui non ha sentito ragioni e l’ha aggredita, trascinata sotto al portico del palazzo avrebbe preso un martello e l’avrebbe colpita fino a farle trovare la morte.
L’allarme
L’allarme è stato lanciato da un residente della stessa palazzina, che udendo le urla disperate della donna ha subito pensato al peggio. La 56enne è stata trovata dai soccorsi già a terra, con una ferita alla testa ed era in stato di incoscienza. Trasportata in ospedale, è morta poco dopo.
Sul posto era presente anche l’aggressore che è stato arrestato.
La carriera
Giovanni Padovani giocava nelle fila della Sancataldese, team siciliano: 2 anni alle giovanili del Napoli nel 2013, periodo in cui aveva militato anche nell’under-17 della Nazionale Italiana, poi in varie squadre di serie D, tra cui il Giarre e il Troina calcio. Sarebbe arrivato ieri a Bologna in aereo proprio dalla Sicilia e poi sarebbe andato ad attendere la donna sotto casa.
Il calciatore diventato killer, quell’ultima foto del viaggio in autostrada
L’ultimo suo gesto, prima di essere fermato, è stato il più atroce e disumano che un uomo possa commettere. Il giovane, 26enne originario di Senigallia, ha aspettato che Alessandra Matteuzzi, 56enne, rientrasse a casa, per poi prenderla a martellate senza pietà e senza lasciarle scampo.
Nell’ultimo post, pubblicato su Facebook, la notizia del tesseramento. Sui suoi profili social, oltre alle foto sui campi da calcio, il giovane si mostrava nelle vesti di modello e pubblicava scatti dei suoi outfit. “Vivo di gesti, non di chiacchiere … solo quelli apprezzo veramente”, scriveva su Facebook. E su Instagram, solo il 17 agosto: “Love the life you live and live the life you love”. Ieri l’ultima foto in bianco e nero, in macchina in autostrada. Forse in viaggio verso la sua vittima, verso Alessandra.
Il racconto di una vicina
“Sandra mi aveva detto: se suona quel ragazzo, per favore non gli apra – ha raccontato una vicina di casa della vittima –. Quando ieri sera l’ho visto qui sotto casa, sono entrata e ho chiuso la porta perché non entrasse. Ultimamente era diventato molto insistente”.