Cronaca

Omicidio Giulia Tramontano: avvelenata con ammoniaca e cloroformio

Non solo veleno per topi: Alessandro Impagnatiello usava anche ammoniaca e cloroformio per avvelenare Giulia Tramontano. È quanto emerso dall’autopsia e dagli esami tossicologici eseguiti sulla salma della ragazza uccisa lo scorso 27 maggio con 37 coltellate.

Omicidio Giulia Tramontano: avvelenata anche con ammoniaca e cloroformio

Mi sento drogata“, scriveva Giulia Tramontano alla madre, nelle settimane precedenti all‘omicidio. “Ho dormito molto male, mi sento una pezza“, un’altra volta. Da mesi, il compagno Alessandro Impagnatiello cercava di avvelenare la compagna incinta e il feto che portava in grembo.

Dal dicembre del 2022 somministrava topicida, poi il 30enne avrebbe deciso di provarle tutte. Come riportato da Repubblica, il barman milanese avrebbe acquistato in incognito di un flacone di cloroformio stabilizzato con amilene, un composto chimico tossico e altamente irritante, con una mail creata apposta per l’occasione e un conto PayPal. Un pacco da spedire nell’appartamento di Senago, lo stesso in cui Giulia verrà uccisa, a nome (falso) Andrea Valdi: Impagnatiello ritirerà poi il pacco alla Gls di Paderno Dugnano, dal momento che il corriere, a Senago, non troverà nessun Andrea Valdi.  

L’ammoniaca nell’acqua

Analizzando i messaggi WhatsApp emerge un’altra ipotesi da parte degli inquirenti. Impagnatiello avrebbe utilizzato anche piccoli quantitativi di ammoniaca, diluiti nelle bevande di Giulia e nell’acqua che beveva. Forse,  però, nelle quantità sbagliate. “L’acqua che abbiamo preso puzza terribilmente di ammoniaca”, è il messaggio, sempre alla famiglia, del 9 dicembre 2022

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