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Omicidio di Giulia Tramontano, Impagnatiello cercava “Alberto Stasi” su internet: cosa è emerso dalla cronologia

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Emergono nuovi dettagli sull’omicidio di Giulia Tramontano. “Ragazza ritrovata dopo 23 anni”, “Alberto Stasi”, “rimuovere macchie candeggina”. Sono alcune delle agghiaccianti ricerche fatte da Alessandro Impagnatiello su internet nei giorni a ridosso dell’uccisione della compagna Giulia Tramontano.

Omicidio di Giulia Tramontano: cosa cercava Alessandro Impagnatiello sul web

I risultati dell’analisi condotta sulla cronologia web di Impagnatiello sono stati esposti in aula dal capitano dei carabinieri Gianluca Belotti, comandante del Nucleo investigativo di Milano incaricato delle ricerche della 29enne quando l’ipotesi era ancora quella di scomparsa. Dopo Belotti, nel corso della nuova udienza iniziata oggi, 11 aprile, è stata chiamata a testimoniare un’amica di Giulia, che ha esposto alla corte ulteriori dettagli sulla relazione tra i due.

Le ricerche sul web di Impagnatiello 

“Il 31 gennaio siamo stati incaricati dell’estrazione forense dell’iPhone 14 di Impagnatiello, che ce lo consegna alle 11:40 di quel giorno”, ha cominciato il capitano: “Estraiamo contenuto in alcune ore e al termine il nostro software genera un report di analisi, categorizzando tutte le componenti del telefono. Quel giorno quello che conoscevamo della vicenda era ancora fermo alla ricerca di Giulia. Impagnatiello era venuto da noi in ufficio e si era mostrato disponibile a darci pin e password. Quella mattina erano stati eseguiti, prima di noi, da parte della Scientifica i rilievi sulla macchina di Impagnatiello”.

“Anche in base all’esperienza maturata negli anni, decido di incanalare su due direzioni: quello che Impagnatiello aveva cercato in rete e le chat tra Impagnatiello e Tramontano”, prosegue Belotti. 

Dalla cronologia di Impagnatiello spuntano fuori parole chiave inequivocabili. Il 26 maggio – il giorno prima di uccidere la compagna – cerca su internet “scomparsa allontanamento volontario” e  “Alberto Stasi Bollate”, il quale sta scontando una condanna definitiva a 16 anni per l’omicidio della fidanzata Chiara Poggi, avvenuto a Garlasco. “Evidenziamo questo interesse a una vicenda giudiziaria che ci aveva messo in allarme”, ha sottolineato in aula il capitano Belotti.

In data 27 maggio, Impagnatiello questiona ancora il browser: “ragazza ritrovata dopo 23 anni”; “Giulia Tramontano”; “trovare i miei iPad”. E, ancora, “WhatsApp web come uscire”; “e-mail orario programmato”; “tabacchino via Cavour Senago”.


Alessandro Impegnatiello e Giulia Tramontano

Dalla mattina del 31 maggio le ricerche iniziano a concentrarsi sull’eliminazione delle tracce: “rimuovere macchie di sangue, rimuovere macchie erba, rimuovere macchie candeggina. “Queste ricerche una mezz’ora prima che consegnasse il cellulare”, ha aggiunto Belotti ricordando come “Impagnatiello era molto disponibile, si è mostrato assolutamente freddo, non agitato, collaborativo”.

Lo stesso 31 maggio i carabinieri notificano a Impagnatiello l’avviso di garanzia. “Anche in quel momento, quando i colleghi gli hanno chiesto se era consapevole, ha detto solo ‘sì’. Solo alle 21, quando è stato avvisato che sarebbe stato accompagnato a casa a prendere le sue cose e l’abbiamo congedato, ha cominciato a vacillare, capendo probabilmente che sapevamo tutto”.

la testimonianza della vicina di casa

Si è tenuta nella mattinata odierna, giovedì 11 aprile, la nuova udienza del processo nel quale è imputato Alessandro Impagnatiello, il barman 30enne accusato di aver ucciso la compagna Giulia e il bimbo che la giovane aveva al grembo. In aula è stata ascoltata anche la testimonianza, tra le altre, della vicina di casa della vittima. La donna ha parlato di come il 28 maggio, il giorno seguente all’omicidio, abbia notato della cenere sulle scale del condominio. Un particolare a cui non aveva dato troppo peso in quanto pensasse avessero fatto un barbecue. Stando a quanto ricostruito, invece, quella fuliggine era stata lasciata da Impagnatiello mentre spostava il corpo ormai senza vita di Tramontano dall’appartamento al garage.

“Sono scesa verso le 17 e ho notato tracce di cenere sulle scale”, ha raccontato la donna che vive sull’appartamento sopra quello di Tramontano, “ho pensato avessero fatto un barbecue”. Nonostante la prossimità delle loro abitazioni, ha continuato, “non li avevo mai sentiti discutere”. Al contrario, invece, il marito alcuni giorni prima avrebbe notato qualcosa di strano: “Mi ha raccontato che la settimana prima c’era una donna che parlava al telefono di un tradimento, a voce molto alta”.

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