Cronaca

Omicidio Laura Ziliani, il giallo del farmaco utilizzato per narcotizzarla e ucciderla

Una delle ipotesi degli inquirenti era che la 27enne avesse sottratto il farmaco utilizzato per narcotizzare la madre proprio nella struttura dove ha lavorato fino al 7 maggio

Sono ancora tanti i misteri che ruotano attorno all’omicidio di Laura Ziliani, l’ex vigilessa scomparsa lo scorso 8 maggio a Temù. Uno su tutti è il giallo del farmaco usato per narcotizzare la donna e ucciderla. Secondo Leonardo Toloni, presidente della Rsa dove lavorava una delle figlie di Laura, Silvia Zani è impossibile che il farmaco sia stato rubato dalla struttura.

Omicidio Laura Ziliani: continuano le indagini

Il medicinale a cui si riferisce Toloni è la benzodiazepina, le cui tracce sono state trovate nel corpo di Laura a seguito dell’esame tossicologico. Un flacone dello stesso medicinale è stato sequestrato nell’appartamento che le due sorelle condividevano con il fidanzato della maggiore, che a quanto pare aveva una relazione anche con l’altra sorella. Le indagini degli inquirenti hanno permesso di scoprire però che Silvia – come si legge nell’ordinanza di custodia cautelare – avesse sottratto in passato della Quetiapina 50 per provarne gli effetti insieme all’alcol.

Il furto della sostanza

Dalle carte però non è specificato se la sostanza sia stata rubata nella casa di riposo dove la 27enne lavorava prima che la madre sparisse. Intanto dalla Rsa spiegano a Fanpage.it che “i medicinali sono tutti controllati. Non abbiamo mai registrato degli ammanchi di qualsiasi tipo di farmaco. Tutti, soprattutto quelli più importanti, sono controllati a vista. Quello che viene somministrato, viene numerato. È praticamente impossibile che abbia portato via da noi dei medicinali“.

La figlia Silvia in aspettativa dopo la scomparsa

Subito dopo la sparizione della donna – fu proprio Silvia a dare l’allarme chiamando le forze dell’ordine – la ragazza decise di mettersi in aspettativa: “Lei aveva un contratto di sei mesi: dal primo dicembre al 31 maggio. Il 7 maggio ha lavorato per l’ultima volta da noi. Sabato – spiega ancora Toloni – c‘è stata la sparizione della mamma e il lunedì mattina ha parlato con la referente dicendo che, a causa di questo fatto, chiedeva di stare in aspettativa fino alla fine del mese. Alla fine del mese scadeva il contratto, noi l’avremmo anche rinnovata perché avevamo bisogno di personale, ma lei stessa ha detto ‘visto la situazione che non troviamo la mamma preferisco chiudere il rapporto lavorativo’“.

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