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Omicidio di Mario Cerciello Rega, Elder: “Chiedo scusa, notte peggiore della mia vita”

Voglio chiedere scusa a tutti, alla famiglia Cerciello e ai suoi amici. Al mondo intero. Quella notte è stata la peggiore della mia vita e se potessi tornare indietro per cambiare le cose lo farei, ma non posso”. Lo ha affermato in aula Finnegan Lee Elder, l’americano a processo insieme all’amico Christian Natale Hjorth per l’omicidio del vicebrigadiere dei carabinieri Mario Cerciello Rega, avvenuto a Roma il 26 luglio 2019.

Cc ucciso a Roma, Elder: “Voglio chiedere scusa a tutti, alla famiglia Cerciello e ai suoi amici”

Quella di Elder è stata una vera e propria ammissione di colpa senza se e senza ma. “Non ho parlato prima per mancanza di coraggio – ha detto il californiano davanti ai giudici della prima corte d’assise -. In carcere ho avuto la possibilità e il tempo di riflettere. Quella notte è stata la peggiore della mia vita, non perché sono in prigione, lontano da tutti. I motivi sono altri: ho tolto la vita di una persona, ho tolto un marito a sua moglie, ho rotto un legame tra fratelli. E ho tolto un figlio a sua madre. Non potrò mai perdonarmi tutto questo”.

Non solo Elder non riesce a perdonarsi ma ha anche aggiunto di non aspettarsi “che la famiglia di Cerciello possa farlo oggi, sarà difficile, ma spero che un giorno potrà farlo”. Il giovane ha ammesso che quella notte “sono stati commessi molti errori. Il mio è stato il più grande. Vorrei tornare indietro per cambiare le cose, ma non posso. Tutto ciò che posso dire è che provo del rimorso. Ciò che è successo mi ha cambiato per sempre e prometto di non commettere più questi errori”.


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