Cronaca

Delitto di Arce: per la Corte di Assise non ci sono colpevoli, assolta la famiglia Mottola per l’omicidio di Serena Mollicone

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Assolti Franco Mottola, sua moglie Annamaria e il figlio Marco. La famiglia Mottola è stata assolta in secondo grado per l’omicidio di Serena Mollicone. Non ci sono colpevoli per la tragica fine della 18enne.

Omicidio Serena Mollicone: assolti Franco Mottola, la moglie Annamaria e il figlio Marco

Non ci sono colpevoli per l’omicidio di Serena Mollicone, la ragazza trovata senza vita il 1° giugno del 2001, in un bosco ad Arce, in provincia di Frosinone.

Oggi i giudici della Corte di Assise di Appello di Roma hanno confermato l’assoluzione – riconosciuta già in primo grado nel luglio del 2022 – per l’ex comandante della stazione dei carabinieri di Arce, Franco Mottola, per sua moglie Annamaria e per il figlio Marco.

I tre erano accusati di concorso in omicidio volontario. Nessuna condanna anche per gli altri due imputati: il militare, Vincenzo Quatrale, anch’egli accusato di concorso, e per l’altro carabiniere, Francesco Suprano, accusato di favoreggiamento.

Lo zio di Serena, all’epoca dei fatti 18enne, Antonio ha ribadito: “Si faccia di tutto per arrivare alla verità: ho il dovere, come cittadino italiano e zio di Serena di fare in modo che emerga la giustizia pro Serena perché fino ad ora non è ancora emersa”.

Non ha retto l’accusa, secondo la quale Marco Mottola fece sbattere la testa della ragazza contro la porta di una foresteria della caserma, non fu soccorsa, fu lasciata morire, e abbandonata nel bosco dove poi fu ritrovata.

Per l’accusa Franco Mottola avrebbe messo in atto il piano per coprire il figlio, sbarazzarsi del corpo e depistare le indagini (inizialmente affidate a lui). Secondo il pg alla morte della 18enne, avrebbe partecipato tutta la famiglia Mottola: “Tutte e tre l’hanno soffocata con il nastro adesivo”. Quella della ragazza è stata una lunga agonia, durata 10 ore, a cui ancora oggi non si riesce a scrivere la parola fine.

“Sono molto amareggiata. Questa non è giustizia”, è stato il commento della sorella della vittima.

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