Kai Dausel, il 62enne tedesco accusato dell’omicidio della compagna Silvia Nowak a Castellabare, resta in carcere: “Mi sento meglio qui che fuori”, avrebbe dichiarato l’uomo. Il legale: “Esamineremo gli audio e i video, poi forniremo una ricostruzione più dettagliata”. Lo riporta l’odierna edizione del Mattino.
Omicidio di Silvia Nowak, il compagno Kai resta in carcere
Kai Dausel, il 62enne tedesco accusato dell’omicidio di Silvia Nowak, la cui salma è stata trovata semicarbonizzata il 18 ottobre a Ogliastro Marina, rimane detenuto nel carcere di Vallo della Lucania. Ieri pomeriggio, giovedì 19 dicembre, al termine dell’udienza di convalida che si è svolta nella mattinata all’interno dell’istituto penitenziario, il gip Rossella Setta del Tribunale di Vallo ha convalidato il fermo e la custodia cautelare. L’uomo, assistito dall’avvocato Felice Carbone, ha scelto di non rispondere a tutte le domande, fornendo alcune spiegazioni riguardo alla presenza di tracce di sangue su un pallet di legno e a una telefonata effettuata al consolato tedesco per richiedere informazioni sul dissequestro del camper parcheggiato nel giardino, considerata dagli inquirenti un possibile tentativo di allontanarsi dalla zona.
Nessuna informazione, invece, riguardo al suo passaggio immortalato dalle telecamere. Prima di terminare l’interrogatorio, l’uomo ha fatto una richiesta spontanea: rimanere in carcere per evitare l’assalto dei giornalisti. «Abbiamo chiesto di ascoltare i file audio e di acquisire i video. Solo quando avremo un quadro completo di questi elementi potremo rispondere con maggiore accuratezza alle ricostruzioni e alle ipotesi formulate dal pubblico ministero», commenta l’avvocato Carbone, anticipando la presentazione di un’istanza al Riesame.
L’accusa
Secondo l’accusa formulata dalla Procura, l’uomo di 62 anni avrebbe assassinato la donna e parzialmente bruciato il suo corpo, cercando poi di far sembrare che fosse scomparsa. Le indagini, condotte dal procuratore capo facente funzioni Antonio Cantarella, hanno ricostruito che il delitto sarebbe avvenuto tra le 16:00 del 15 ottobre, momento in cui Silvia è stata ripresa da una telecamera, e le 17:30, quando Kai è uscito in motorino per chiedere aiuto. In questo breve intervallo di tempo, un uomo è stato ripreso due volte dalla telecamera di un vicino: alle 16:07, quando si allontana nella direzione opposta a quella di Silvia per incontrarla nella pineta, e alle 16:30, quando torna indietro a torso nudo seguendo lo stesso percorso.
Inoltre, ci sono due urla strazianti registrate dalla telecamera, che si ripetono a distanza di pochi secondi, tra le 16:11 e le 16:12. Per la Procura, l’uomo di corporatura robusta che esce due volte dalla villetta senza mai rientrare è identificato come Kai. Si ipotizza che il 62enne sia rientrato in casa passando attraverso una recinzione laterale, lasciando involontariamente una traccia di sangue della vittima su un pallet di legno.
La difesa
Tuttavia, l’avvocato Carbone offre una spiegazione su questo punto: «Silvia e Kai possedevano due cani, dei lupi cecoslovacchi, che a volte li mordevano mentre giocavano. La traccia di sangue menzionata si trova vicino a una legnaia, dove era presente anche una motosega. Questo è rilevante perché Silvia era solita tagliare la legna insieme a Kai, il che potrebbe giustificare la presenza di una ferita accidentale. Inoltre, ci sono diverse tracce ematiche riconducibili a Silvia e Kai, distribuite tra il giardino, la casa e i gazebo.»
Questo è un aspetto cruciale, e desideriamo chiarire ulteriormente la loro natura e distribuzione. Tuttavia, ci sono delle incertezze riguardo ai video a favore della difesa di Kai: «Vogliamo esaminare i file video e gli orari per accertarci della loro correttezza. Le riprese sono state effettuate da telecamere private, e sembra che gli orologi di queste videocamere non fossero sincronizzati, con possibili sfasamenti temporali. Ciò potrebbe influenzare la ricostruzione presentata dalla Procura». Inoltre, tra i vari elementi agli atti, figura anche la testimonianza di un operaio di un’impresa che stava svolgendo lavori edili nei pressi della villetta, il quale avrebbe visto l’uomo a torso nudo nel giardino. Infine, emergono nuovi dettagli sul passato giudiziario del 62enne tedesco: l’uomo avrebbe scontato dieci anni di carcere in Germania dal 1999 al 2009 per omicidio, oltre a una condanna nel 2014 per frode informatica.