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Omicidio Vanessa Ballan: fermato un 41enne kosovaro

Un sospettato dell’omicidio di Vanessa Ballan è stato fermato: si tratta del 41enne Fandaj Bujar, originario del Kosovo e fermato nella tarda serata di martedì 19 dicembre dai Carabinieri di Treviso all’esito di estese ricerche.

Omicidio Vanessa Ballan: fermato un 41enne kosovaro

Il 41enne è stato sottoposto a fermo per omicidio aggravato ed è stato condotto in carcere a Treviso dai militari dell’Arma. L’uomo, a quanto si apprende dagli investigatori, non ha reso dichiarazioni. La 27enne Vanessa Ballan, madre di un bambino piccolo e incinta del secondo figlio, è stata trovata senza vita nella tarda mattinata di martedì 19 dicembre, nella sua casa a Riese Pio X, in provincia di Treviso.

La ragazza sarebbe stata uccisa a coltellate, diversi i segni rinvenuti sul torace della giovane. Tra i primi a dare l’allarme insieme a un vicino di casa è stato il compagno, Nicola Scapinello, con il quale Vanessa stava insieme da 11 anni.

Il movente

Probabilmente non accettava che la 27enne avesse deciso di interrompere definitivamente la relazione con lui. Questo però saranno solo le indagini a stabilirlo. Da una prima ricostruzione oggi si sarebbe recato a casa dalla vittima, in un momento in cui il marito non c’era. Non è chiaro se ad aprirgli la porta sia stata proprio la donna o se lui l’abbia forzata.

Le minacce di morte

Se non torni con me ti uccido”, “se non torni mostro a tuo marito i video che abbiamo fatto insieme“, le frasi rivolte a Vanessa che decide di rivelare al compagno Nicola, un amore iniziato da adolescenti, la breve storia avuto con il 41enne. Il 26 ottobre denuncia quindi il kosovaro raccontando di minacce e di appostamenti. Denuncia che si rivela inutile fino al tragico epilogo. Il pm: “Ci sono elementi per premeditazione”.

Il video su TikTok: “Ti do il cuore ma non pensare mai di fottermi”

L’uomo, quindi, non si sarebbe mai rassegnato alla fine del rapporto con Vanessa. Secondo Il Gazzettino, avrebbe anche pubblicato un ultimo video su Tik Tok poche ore prima del delitto. “Ti do il cuore ma non pensare mai di fottermi. Perché se mi cadi dal cuore non ci risali mai più”, parole che assumono un significato drammatico alla luce di quanto poi successo.

La premeditazione del delitto

Fandaj è stato condotto in carcere. Individuato nella tarda serata di ieri dai carabinieri a poca distanza dalla sua residenza, è stato sottoposto a fermo per omicidio aggravato e condotto in carcere questa mattina a Treviso dai militari dell’Arma. L’uomo non ha reso dichiarazioni.

Ci sono elementi per contestare la premeditazione” nel delitto, ha affermato il procuratore capo di Treviso, Marco Martani, parlando con i giornalisti.Martani ha riferito che Fandaj aveva attivato una nuova utenza telefonica il giorno prima del delitto. “Si è avvicinato alla casa – ha aggiunto – con la bicicletta e non con la sua auto, probabilmente per non farsi riconoscere, e aveva un borsone dove aveva un martello, due coltelli, e altri attrezzi da scasso, con un coltello simile a quello che è stato trovato in cucina, e che è l’arma del delitto”.

Il caso non sembrò urgente dopo la denuncia

“C’erano elementi forse per un pericolo di attività persecutoria e molesta, ma non per un divieto di avvicinamento” da parte di Bujar Fandaj nei confronti di Vanessa Ballan, ha sottolineato Martani. “Dopo una perquisizione eseguita nella sua abitazione dopo la querela, da parte di Fandaj non c’erano più stati episodi di molestie, di avvicinamenti o minacce”, ha aggiunto. “La valutazione fatta – ha concluso – era di non urgenza, cosa purtroppo che si è rivelata infondata”.

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