Cronaca

“Tsunami” di onde gravitazionali scoperto nello spazio: ecco da cosa originano

Grazie agli interferometri Ligo e Virgo gli scienziati hanno captato nell’arco di soli cinque mesi ben 35 onde gravitazionali nello spazio, portando a 90 il computo totale da quando sono state scoperte per la prima volta alla fine del 2015. Ecco da cosa originano queste affascinanti increspature.
 

“Tsunami” di onde gravitazionali scoperto nello spazio: ecco da cosa originano

Nell’ultima sessione, condotta tra novembre 2019 e marzo 2020, gli avanzatissimi interferometri Ligo e Virgo hanno captato ben 35 nuovi segnali. Si tratta di un numero eccezionale, il più alto mai ottenuto da un singola sessione. Dal 2015, dopo aver migliorato costantemente gli strumenti per dare la caccia alle increspature dello spaziotempo, sono ben 90 le onde gravitazionali intercettate, che stanno aiutando gli esperti ad ampliare la conoscenza sui fenomeni che si verificano.

 

Le nuove onde gravitazionali

Le 35 nuove onde gravitazionali sono state scoperte e descritte da un copioso team di ricerca internazionale composto da scienziati. Nella prossima sessione osservativa, la quarta, che si terrà nel 2022, gli scienziati puntano a raggiungere “una capacità di osservazione ancora superiore, corrispondente a un volume dell’universo quasi 10 volte più grande e quindi a una probabilità molto maggiore di captare segnali gravitazionali”, ha sottolineato dall’Istituto Nazionale di Fisica e Astronomia in un comunicato stampa.

 

Le origini delle increspature

Derivano tutti da eventi estremi verificatisi, come la fusione di coppie di buchi neri e stelle di neutroni. Si tratta di alcuni degli eventi più “catastrofici” ed energetici che possono verificarsi nell’Universo, ed è proprio grazie alla loro violenza  che i nostri strumenti più precisi e sensibili riescono a captarli sulla Terra. La maggior parte di queste onde gravitazionali deriva dalla fusione di coppie di buchi neri, mentre un paio di esse sono state originate dallo scontro tra un buco nero e una stella di neutroni. Grazie all’analisi dei dati raccolti si possono ottenere informazioni preziose su questi misteriosi oggetti celesti, come dettagli sulle masse.

 

Le dimensioni delle onde

In un caso rilevato nel 2020 la sorgente secondaria dell’onda gravitazionale resta un mistero, poiché come sottolineato dall’INFN essa ha dimensioni pari a 2,8 masse solari, più grande di quella massima prevista dai modelli teorici per le stelle di neutroni, pari a 2,5 masse solari, e più piccola di quella minima prevista per i buchi neri, pari a 5 masse solari.