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Il bimbo di Luana accudito dalle amiche | Quando ha saputo della mamma ha abbracciato la nonna: “Ti voglio bene”

Il figlio di Luana, l’operaia morta lunedì 3 maggio in provincia di Prato, è al centro di una maxi catena di solidarietà. Il bambino, di soli 5 anni, ha lasciato casa nella mattinata di ieri, martedì 4 maggio, quando le amiche di Luana lo hanno portato via. mentre amici, cittadini e vicini di casa si sono attivati per aiutare la famiglia d’Orazio in un momento drammatico.

Operaia morta a Prato, catena di solidarietà per il figlio

Alessio, il figlio di Luana, è stato affidato alle amiche di Luana. I nonni – come riportato dal Corriere Fiorentino –  hanno consultato il pediatra di famiglia, per trovare le parole giuste, per dirgli che “la mamma non c’è più, non torna più”. Il bambino, 5 anni, si è buttato sul letto, poi è sceso per abbracciare la nonna dicendole: “Ti voglio bene”.

Luana D’Orazio, la storia della giovane operaia morta sul lavoro: cos’è successo

È accaduto a Montemurlo, provincia di Prato, in un’azienda tessile. Luana, come ogni mattina, stava lavorando a un orditoio, una macchina che ordina i fili, tesse e cuce. I compagni di lavoro dicono di aver visto la ragazza risucchiata dal rullo della macchina dove era rimasta impigliata. Non hanno avuto il tempo di far niente e quando il macchinario è stato fermato Luana era già stata straziata. È arrivata l’ambulanza, sono arrivati tecnici, imprenditori, amici e parenti. Tutti hanno cercato di strapparla dalla morte, tutti hanno pregato. Non c’è stato niente da fare.

Chi è Luana D’Orazio

Si chiamava Luana D’Orazio ed aveva soli 22 anni l’operaia morta in una fabbrica tessile di via Garigliano, a Oste di Montemurlo. Il dramma si è consumato nella mattinata di lunedì 3 maggio, quando la giovane lavoratrice è deceduta dopo essere rimasta incastrata in un macchinario, un orditoio, che il cui ingranaggio l’aveva poco prima trascinata al suo interno. La giovane era da poco diventata mamma.

Orditoio tessile, cos’è il rullo che ha ucciso Luana D’Orazio a Montemurlo

Cos’è l’orditoio, il rullo nel quale è rimasta risucchiata Luana? Si tratta di uno degli strumenti più antichi dell’industria tessile, che ha origini dell’epoca dell’antica Roma. Nel Medioevo come supporti venivano utilizzati pioli di legno saldamente attaccati a un piano di lavoro che andavano a formare delle cornici attorno alle quali girava il filo. Telai non troppo differenti da quelli in uso prima della Rivoluzione industriale. Oggi, in una lavorazione moderna, l’orditoio è composto da un rullo (delimitato da dischi, detti subbi) sormontato da veri e propri pettini attraverso i quali passano i fili delle rocche (che sostanzialmente non sono altro che grosse spagnolette). Variabili, le dimensioni: da un metro a impianti molto più grossi e imponenti. Velocità, larghezza dei pettini e trame sono regolate, negli orditoi più moderni, da computer. Negli attrezzi più vecchi attraverso congegni e pulsanti meccanici.

Due indagati per la morte di Luana D’Orazio: chi sono 

È stata aperta un’inchiesta sulla morte di Luana D’Orazio, la giovane rimasta uccisa in un incidente in un’azienda tessile a Montemurlo. La procura di Prato ha iscritto due persone nel registro degli indagati per accertamenti tecnici e alla valutazione del funzionamento dei dispositivi di sicurezza del macchinario tessile, un orditoio, in cui è rimasta incastrata la giovane operaia. Per i reati di omicidio colposo con rimozione o omissione dolosa di cautele contro gli infortuni sul lavoro, a causa delle violazioni delle norme per la sicurezza, sono stati iscritti nel registro degli indagati la titolare dell’azienda ‘Orditura Luana’, Luana Coppini, e Mario Cusimano, responsabile della manutenzione dei macchinari dell’impresa.

Giovane operaia morta sul lavoro, Luana D’Orazio comparsa nel film di Pieraccioni

Luana D’Orazio, la giovane operaia morta sul lavoro, aveva recitato come comparsa nel film del regista di Leonardo Pieraccioni, Se son rose. Anche l’attore toscano ha ricordato la 22enne deceduta a Montemurlo, in provincia di Prato: “Sì, l’ho avuta come comparsa in un mio film, Se son rose, nella scena di una festa. C’erano tanti ragazzi, me la ricordo vagamente perché erano davvero tanti”.

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