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Nuovo decreto, check a metà maggio sul coprifuoco ma a Salvini non basta. E Draghi si infuria

Non cambia l’orario del coprifuoco ma questo nodo ha rappresentato la ragione di un piccolo strappo nel governo. Una controversia che ha fatto slittare di un’ora il Consiglio dei Ministri che ieri, mercoledì 21 aprile, ha portato all’approvazione del nuovo decreto legge.
Una riunione particolarmente agitata con i ministri Giorgetti, Gelmini, Patuanelli, Speranza e Franceschini e il sottosegretario Garofoli. Mancava, ovviamente, Matteo Salvini come riportato dall’edizione odierna de Il Mattino. Per questo motivo il premier Draghi ha telefonato il leader della Lega, ricordandogli che non era giusto, né corretto pretendere di rivedere l’accordo raggiunto nella riunione della cabina di regia della scorsa settimana.

Scontro sull’orario del coprifuoco: Draghi infuriato con Salvini

Draghi avrebbe anche provato a convincere Salvini, spiegandogli che le misure del decreto (compresa quella del coprifuoco alle 22) possono essere riviste in corso d’opera a patto che i contagi scendano, anche con l’aiuto dei vaccini.

Lo scontro

Ma nonostante la proposta di darsi appuntamento a metà maggio, per una verifica, il leader della Lega non si è fatto convincere. Salvini avrebbe voluto far scattare lo slittamento alle 23 già da lunedì per le regioni in zona gialla.


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